Mercoledì 24 Aprile 2024

Rigopiano, nuovo rinvio. Le famiglie: "Ci saremo ancora quando sarà fatta giustizia?"

Udienza aggiornata al 18 settembre. Problemi di spazio: l'aula del tribunale di Pescara non garantisce il distanziamento per 250 persone. I legali: ora un calendario fitto

Le 29 vittime di Rigopiano

Le 29 vittime di Rigopiano

Pescara, 6 luglio 2020 - In fondo se l’aspettavano tutti, ma è stata lo stesso una doccia gelata. Più dolore che polemiche per le famiglie delle 29 vittime di Rigopiano. L’udienza che si doveva tenere venerdì prossimo, 10 luglio, è stata rinviata al 18 settembre. Non c’era lo spazio sufficiente nell’aula 1 per garantire le condizioni di sicurezza in tempo di Covid, impossibile accogliere 250 persone (imputati, avvocati e parti civili). Era il 16 luglio 2019 quando la strage dell’hotel sul Gran Sasso è approdata in un’aula di tribunale. Da allora molti rinvii, con questo siamo all’ottavo. Più dolore che polemiche, si diceva. “I papà e le mamme quando hanno saputo mi hanno chiesto: ma ce la faremo avvocato, saremo ancora vivi quando arriverà la giustizia? Queste sono le domande che si fanno i genitori che rappresento”. Romolo Reboa è il legale di quattro famiglie. Aggiunge, pesando le parole: “Mi pare che celebrare questo processo sia un problema per gli uffici giudiziari di Pescara”.  Si era mosso per tempo, il 4 maggio, aveva scritto a tutti ponendo il tema degli spazi e della sicurezza sanitaria. Il sindaco aveva risposto, aveva dato la disponibilità di un palazzetto dello sport. “Perché – si chiede Reboa – la consultazione con il ministero è avvenuta solo ora?”. "Il problema è che luglio fino a poco tempo fa era considerato nella fase 2, quindi solo urgenze. È da due settimane che sappiamo di essere in regime ordinario. Anzi, il decreto legge è stato convertito il 29 giugno”, era stata la spiegazione a Qn di Angelo Mariano Bozza, presidente del tribunale. Che aveva ipotizzato: “Valuteremo se sarà possibile utilizzare più aule in contemporanea, collegate da maxi schermi”. Ed è quello che si farà. Camillo Graziano, che difende la famiglia di Stefano Feniello, morto nel resort a 28 anni, insiste: “Dal 27 marzo, la data dell’ultimo rinvio, c’era tutto il tempo di studiare un’alternativa, mi sembra assurdo. Il tribunale di Pescara ha dimostrato di non avere una capacità organizzativa per ospitare un processo di questo tipo. Già in passato abbiamo visto gente in piedi, il giudice che parla al microfono senza che si riesca a sentire nulla. Impossibile sia così per tutta la durata del processo. Ora ci aspettiamo che da settembre si vada avanti spediti, con un’udienza ogni due settimane”.  “Sono normali otto rinvii in un anno per una tragedia come quella di Rigopiano? Noi non ce la facciamo più”, lo sfogo amaro di Giampaolo Matrone, scampato alla strage, estratto vivo dopo 62 ore sotto le macerie, che hanno ucciso la moglie Valentina Cicioni, aveva solo 32 anni. Non si abbatte Wania Della Vigna, avvocato della famiglia Angelozzi. “Mi aspettavo il rinvio, mi è capitata la stessa cosa anche a Rieti, per i crolli del terremoto. Ma c’è la volontà di riprendere a settembre, in maniera celere. Per garantire giustizia a tutti”.