Rigopiano: "Aspettiamo il processo. Porteremo in aula le foto dei nostri angeli"

Ventun mesi dopo a casa di Cecilia Martella, che aveva 24 anni, una delle tre vittime di Atri

Angela Spezialetti e Marcello Martella, i genitori di Cecilia

Angela Spezialetti e Marcello Martella, i genitori di Cecilia

Atri (Teramo), 18 ottobre 2018 - La maglietta bianca con la foto di lei è appesa in camera. È rimasto tutto com’era, in più solo i regali degli amici, sul letto c’è l’unicorno rosa di pezza e la scritta “suonerò così forte per te che dovrai sentirmi ovunque tu sia”. “Ci stiamo preparando per il processo, porteremo i nostri 29 angeli in aula con noi, sistemeremo le magliette con le loro foto sulle sedie”. Marcello Martella è il papà di Cecilia, che aveva 24 anni, lavorava come estetista all’hotel Rigopiano e non è mai tornata a casa. Professore di musica, è uno dei motori del comitato che da quel maledetto 18 gennaio 2017 è riuscito a tenere viva la memoria dei morti con le proteste, le manifestazioni, gli slogan, le t-shirt, il “mai più” gridato nelle sedi della politica e della giustizia. Le famiglie si attendono la chiusura delle indagini entro l’anno. Sarà scontato, è l’analisi degli avvocati, arrivare ai rinvii a giudizio e al processo. Di Atri sono morti in tre nella valanga che ha cancellato il resort ai piedi del Gran Sasso. Al cimitero sono seppelliti insieme, nella stessa cappella. Claudio Baldini e Sara Angelozzi  erano marito e moglie, erano innamorati, sorridono abbracciati . Il bel volto di Cecilia, dall’altra parte, sulla lastra di porcellana dipinta, ha uno sguardo intenso, venato di malinconia. In casa i genitori mostrano un autoritratto, il volto diviso in due, da una parte lo scheletro, come fosse lei da morta. La mamma Angela ricorda: “L'ha fatto un mese prima di Rigopiano. Quel giorno mi sono arrabbiata, le ho detto, ma che cosa disegni?”. Al cimitero le hanno portato tanti piccoli unicorni - erano la sua passione -, le amiche raccolgono i pensieri su un diario, “per noi non è mai cambiato niente, non 6 mai andata via”. In un'altra cappella sono seppelliti altri ragazzi di Atri, vittime di un’altra grande tragedia, spazzati via dal terremoto dell’Aquila, era il 6 aprile 2009.