Giovedì 25 Aprile 2024

Rigopiano, storie di santi... e di ladri

Coppia sorpresa a rubare 130 chili di rame. Un difensore delle famiglie: "Noi parte civile". Accanto alle rovine dell'hotel l'albero-scultura di San Gabriele, protettore dei giovani, rimasto intatto nel disastro. Sull'erba, un cuore di pietra con i nomi dei 29 morti. Poco distante la chiesetta di San Nicola

L'albero-scultura di San Gabriele è rimasto intatto nel disastro di Rigopiano

L'albero-scultura di San Gabriele è rimasto intatto nel disastro di Rigopiano

Rigopiano (Farindola), 2 maggio 2018 - Per vederlo devi costeggiare la rete del cantiere - oggi metallica - che sigilla l’area sequestrata e la ricerca dei ricordi, tra cumuli di macerie.  Lo scenario dell'hotel Rigopiano è sempre impressionante, anche sedici mesi dopo: enormi tronchi sradicati, lampade, ringhiere, cabine di cemento sbriciolate. Insomma tutto racconta la forza devastante della valanga che ha cancellato il resort del Gran Sasso. Eppure è rimasto al suo posto San Gabriele d’Abruzzo, il santo dei giovani, a migliaia ogni anno prima della maturità si fanno benedire le penne. Intagliato nel tronco di un alberorimasto in piedi nel disastro –, come se fosse in preghiera perenne di fronte a questa strage inaudita. Sull’erba è disegnato un cuore, una catena di 29 pietre, per ogni sasso un nome (video). A ricordo dei ragazzi, dei genitori, dei lavoratori che non sono più tornati a casa, quel 18 gennaio 2017.

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L’albero-scultura è opera di Marco Di Iorio, racconta un’antica devozione popolare, perché i santi hanno sempre amato i monti e i luoghi come Rigopiano. Poco distante da qui c’è la chiesetta dedicata a Sant’Antonio Abate, e proprio alla vigilia della strage si doveva fare la processione, era previsto l’arrivo all’hotel, come racconta Nicola Colangeli, il papà di Marinella, la giovane responsabile della spa nel resort. Inconsolabile, come tutte le famiglie delle vittime. Vive a Farindola e ogni giorno sale per una preghiera, oggi anche per fare la guardia. Perché a Rigopiano non si raccontano solo storie di santi ma anche di ladri. Come quella della coppia che giorni fa è entrata nel cantiere, area sempre sotto sequestro, per portare via 130 chili di rame. Visti e denunciati. Fa tristezza, come le scampagnate di Pasquetta fra le macerie. Però l'avvocato Romolo Reboa preferisce ragionare da uomo di legge. Difende le famiglie di alcune vittime e promette battaglia sui ripetuti episodi di sciacallaggio: "Stiamo valutando l’ipotesi di costituirci parte civile anche nei processi a carico di tali soggetti. I quali forse, così, si renderanno conto della gravità del loro gesto".