Venerdì 19 Aprile 2024

Rigopiano, tra ladri di ricordi e pellegrinaggi del dolore

A 14 mesi dalla strage, si portano via le macerie dell'hotel

A Rigopiano, tra ladri di ricordi e pellegrinaggi del dolore

A Rigopiano, tra ladri di ricordi e pellegrinaggi del dolore

Rigopiano (Farindola), marzo 2018 - Porteranno via tutto, un po’ alla volta. Dopo gli alberi adesso tocca alle macerie dell’hotel, il centro del dolore, quelle che hanno seppellito 29 vite. Siamo tornati sulle rovine di Rigopiano, quattordici mesi dopo la strage (video). Area sequestrata dalla magistratura, oggi sempre un cantiere. La rete di plastica è stata massacrata dal maltempo. Nicola Colangeli ne afferra un lembo e scuote il capo: “Non è roba da montagna questa. A cosa serve?”. È il babbo di Marinella, che aveva solo 30 anni e ci metteva l’anima nel suo lavoro al resort, era responsabile dell’area benessere. C’è stato un tempo felice per Rigopiano, quando si arrivava fin quassù a cercare la bellezza rude del Gran Sasso, il silenzio. Oggi s’incontrano ladri di ricordi e pellegrini del dolore. Nicola ogni giorno arriva qui per una preghiera. Sale dalla sua casa di Farindola, percorre i nove chilometri maledetti della provinciale 8, quella che il 18 gennaio, bloccata da un muro di neve che nessuno aveva aperto, si trasformò in una trappola mortale. “Tutti i giorni c’è qualcuno – racconta –. Prima era una zona turistica, la gente si divertiva. Oggi ci sono quelli che arrivano qui solo per prendere qualcosa da portare via. Ma la maggior parte della gente vuol dire una preghiera, vuol vedere, rendersi conto. Sono amici, parenti...”. Arriva un gruppetto di persone, si ferma davanti all'insegna con le foto delle vittime poi se ne va. La rete di plastica è crollata, ne hanno rimesso un pezzo, ormai è la quarta volta. Sugli alberi rimasti in piedi s’indovina la forza mostruosa della valanga scesa dal monte Siella là in fondo, “rami rovinati a un’altezza di dieci metri”, fa notare Nicola Colangeli. Gli occhi velati di lacrime, "quando arrivano le feste è ancora più difficile". Si volta, guarda il canalone della morte: "Questi alberi qui hanno fatto da barriera, hanno corretto la rotta della valanga. Poteva risparmiare l'hotel, l'ha centrato. Qui ci si è messo di mezzo anche il diavolo".