Rigopiano, ciclisti da Marche e Abruzzo per un omaggio alle 29 vittime

Domenica una pedalata non competitiva, partenza da Pioraco (Macerata) e da Lanciano (Chieti). Poi l'incontro con alcuni familiari

La pedalata della solidarietà per Rigopiano

La pedalata della solidarietà per Rigopiano

Rigopiano (Farindola), 14 giugno 2018 - Hanno scalato il Gran Sasso pedalando, per ricordare le 29 vittime di Rigopiano. Sono partiti da lontano. Da Pioraco, nel Maceratese. La distanza che percorreva ogni volta Emanuele Bonifazi per andare a lavorare in hotel. Domenica scorsa quei 240 chilometri sono stati coperti in bicicletta da decine di atleti. Dal Gemmo al Gran Sasso, così hanno chiamato la giornata i gruppi marchigiani.  In pista ‘Alta Valle del Potenza’ e ‘Matelica Cycling Club’, con la collaborazione della FCI (Marche e Abruzzo) e del CONI Marche. Ma l’omaggio è stato doppio, perché altri hanno partecipato dall’Abruzzo. C’erano ‘ASD ciclistica’ di Castignano, ‘L’Unione Sportiva’ di Lanciano e gli ‘Amici cicloamatori’ di Castel Frentano, il paese di Luciano Caporale e Silvana Angelucci, marito e moglie, tra i morti del resort. Alla fine si sono ritrovati tutti a Roseto. Poi su, fino alle macerie dell'hotel. Un omaggio ai 29 angeli. Come Emanuele - che viveva proprio ai piedi del monte Gemmo - erano marchigiani Marco Tanda di Castelraimondo; Marco Vagnarelli e Paola Tomassini di Castignano. "Dalla cima di Rigopiano la pedalata si è improvvisamente trasformata in una silenziosa e rispettosa discesa”: così la descrive Alessandro Casoni, avvocato e assessore a Matelica, tra gli organizzatori con Roberto Giuli. “Il messaggio che ci sta a cuore - sottolinea - è che la montagna non va odiata. Bisogna viverla con amore ma sapere anche che richiede un controllo assiduo”. "Un pellegrinaggio", lo ha definito il sindaco di Pioraco Luisella Tamagnini, presente con due assessori. Davanti alle rovine dell'hotel un momento di raccoglimento e l'incontro con alcune famiglie delle vittime. Quella di Emanuele, commossa, ringrazia di cuore gli organizzatori, senza dimenticare i volontari della Protezione civile di Pioraco, Fiuminata e Sefro. "Emanuele - ricordano i genitori Egidio e Paola - non perdeva occasione di tornare al suo amato paese, perché aveva la sua famiglia e i suoi amici, ma anche perché sapeva di far parte di una grande comunità".