Mercoledì 24 Aprile 2024

Addio al cane eroe di Rigopiano

Falco, che giocando salvava vite umane

Falco, che giocando salvava vite umane

Rigopiano (Pescara), 1 marzo 2019 - Era un eroe di Rigopiano. Cane soccorritore, vigile del fuoco. Abituato a correre, a fiutare l’odore delle persone in pericolo, amatissimo dai bambini. Si chiamava Falco, pastore tedesco forte e fiero. Ha vissuto un anno di calvario. Malato di mielopatia degenerativa, ormai si muoveva su un carrello, le zampe posteriori paralizzate. (Video).  "Non era più una vita degna. Mi sono fatto forza e sabato lo abbiamo addormentato". Fabrizio Cataudella, romano, caposquadra esperto dei cinofili, piange mentre su Facebook dà l’addio al compagno di imprese impossibili. E la notizia corre, in un momento colpisce al cuore tutta la comunità di Rigopiano. Perché a distanza di due anni c’è sempre un legame profondissimo tra chi ha vissuto la tragedia del 18 gennaio 2017, il resort sul Gran Sasso cancellato da una valanga. Così si uniscono al dolore di Fabrizio gli scampati e le famiglie dei 29 morti. È anche un modo per parlare di quello che nessuno potrà mai superare. Sono i sentimenti di Mario Tinari, che ha perso la figlia Jessica, rimasta uccisa con il fidanzato Marco Tanda. E per amore di lei ha adottato uno dei cuccioli di pastore abruzzese scampati alla slavina. Si commuove: "Questi animali lavorano nell'ombra senza chiedere nulla. Non ricevono medaglie e si accontentano di una semplice carezza". "Falco proteggici da lassù come hai fatto qui", scrive di getto Adriana Vranceanu, la moglie di Giampiero Parete, salvata con i due figlioletti proprio dalla squadra dei cinofili. Non ha ancora detto ai suoi bambini Gianfilippo e Ludovica, 10 anni e 8, che Falco non c’è più. Perché per loro, segnati da quei due giorni, prigionieri sotto la valanga, i soccorritori sono la certezza che non potrà capitare mai più nulla di terribile. "Me li sono abbracciati come dei pulcini", scrive in romanesco parlando dei piccoli superstiti Cataudella, che dopo l’esperienza sconvolgente di Rigopiano ha raccolto le sue emozioni da pompiere in una video poesia. Torna a quei momenti, i cani avevano dato la traccia. Ne avevano fatti arrivare quattro in elicottero dal campo base. Ora erano lì, vicino all’ascensore del centro benessere, rimasto su ma deserto. "Il rapporto con Falco era questo – si commuove il vigile del fuoco –. Una fiducia totale l’uno dell’altro. Quel giorno i cani ci hanno dato un segnale di attenzione. Noi l’abbiamo colto. Siamo saliti al piano superiore. Le informazioni di Giampiero Parete e Fabio Salzetta, il manutentore dell’hotel, sono state preziosissime. Così abbiamo trovato Adriana e Gianfilippo. Così, scavando un cunicolo ventre a terra, con le pale e a mano, abbiamo trovato Edoardo, Ludovica e Samuel nella sala del biliardo. Integra perché di cemento armato". E anche quello pareva un ostacolo insormontabile. Invece i pompieri sono diventati minatori e si sono aperti la strada. Cataudella era davanti a tutti perché minuto, il fisico giusto per l’impresa. Falco e gli altri avevano messo le squadre sulla pista giusta. Fabrizio e il suo pastore, una coppia inseparabile. Nove anni insieme, a cercare segni di vita tra le macerie dei terremoti: L’Aquila, Amatrice, Norcia, fino a Rigopiano, l’ultima missione di Falco che giocando salvava vite. "Accidenti se fa male. Mi sento come fossi sotto un treno", confida il padrone che si scopre orfano. E lancia un appello alla coscienza degli allevatori: "Prima di pensare a una cucciolata, verificate che maschio e femmina non abbiano il gene della mielopatia". Ma l’ultimo pensiero è per il compagno che non c’è più: "Ora cerca in cielo, amico mio, perché San Pietro si è nascosto bene".