Mercoledì 24 Aprile 2024

Ponte Morandi: "Un comitato vittime per avere giustizia"

E' nato a Pinerolo, la presidente è Egle Possetti, sorella di Claudia, morta con il marito e i due figli nella strage del 14 agosto

La famiglia di Pinerolo morta nel crollo del ponte

La famiglia di Pinerolo morta nel crollo del ponte

Pinerolo (Torino), 29 gennaio 2019 - Un modo per dire mai più. Un impegno pubblico per provare a convivere con un macigno sul cuore. Egle Possetti è la presidente del neonato comitato vittime del ponte Morandi. Quel crollo ha sterminato la famiglia di sua sorella. Sono morti tutti. Claudia, 48 anni, il marito Andrea Vittone, 49, i figli Manuele e Camilla Bellasio, 16 e 12 anni. “Disastri così non devono ripetersi. Noi lavoriamo perché le cose in questo Paese cambino davvero. E vogliamo provare a mantenere vivo il ricordo”, è il pensiero di Egle. Quarantatré vittime, famiglie sparse non solo in tutta Italia ma in mezzo mondo. Difficile incontrarsi. “Proprio per questo alcuni non li abbiamo mai conosciuti, non si sono nemmeno presentati agli incontri in Comune a Genova. Al momento hanno aderito i parenti e gli amici di una decina di vittime”. Pinerolo colpita al cuore. “Anche per questo ci siamo sentiti in dovere di costituire il comitato. Non è stato facile. Quando vivi una tragedia così, la tua vita è distrutta, solo pensare di parlarne è molto complicato”. Dal dolore privato all’impegno pubblico. “Ci pareva doveroso verso i nostri morti. Perché si continui a parlarne e perché questi disastri non accadano più. Dal Vajont in poi abbiamo visto di tutto. Stiamo cercando di lavorare uniti alle altre associazioni, da soli non riusciamo a fare niente".

Intanto siete nella rete nazionale “Noi non dimentichiamo”, lì sono rappresentate tante stragi d’Italia: Viareggio, il terremoto dell’Aquila, Rigopiano... “I nostri cari non torneranno più. Vogliamo impegnarci perché cambi la legislazione. Noi chiediamo processi più brevi, perché c’è sempre il rischio della prescrizione. Vogliamo giustizia”. Portando le vittime in aula. “Il controllo delle parti civili nei processi è molto importante”. Il ministro Bonafede è venuto a parlare con voi, quando avete manifestato all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “È arrivato a piedi con la sua scorta. Ha recepito le istanze che aveva già ricevuto. Certezza della pena, blocco della prescrizione, fondo istituzionale per risarcire le famiglie delle vittime". Il desiderio di giustizia e il dolore.

"Mio marito mi ha fatto ragionare, lui è una persona saggia. Quando ti capita una cosa del genere hai tre strade. O ti spari, o vai fuori di testa, oppure cerchi di convivere con la tragedia. Per un po’ di mesi ho provato a farmene una ragione da sola. Poi non ci riesci, è una cosa troppo grande. Quindi cerchi di farti aiutare. Non è digeribile. Perché qui oltre al dolore c’è la disperazione per una strage che si poteva evitare”. La stessa storia che si ripete, da un disastro all’altro. “Questa è la parte più difficile da accettare. Ti chiedi, perché? E non riesci a darti una risposta".