CORTINA D’AMPEZZO - IL PANTHEON di Brunello Cucinelli, il profeta del cachemire, è particolarmente affollato. Nell’intervista che ha chiuso, al Golf Club di Cortina, il ciclo «Talenti, storie di imprese straordinarie», l’imprenditore umbro ha snocciolato frasi, citazioni, storie e biografie di santi, imperatori, principi e filosofi. Da San Francesco a San Benedetto, da Marco Aurelio a Alessandro Magno e Lorenzo il Magnifico, da Erasmo da Rotterdam a Leonardo, la galleria cucinelliana comprende grandi uomini che si sono fatti da sè, che hanno plasmato le loro fortune, che sono icone della loro epoca. E ogni storia è infarcita da battute, sorrisi, motti salaci e perfino qualche parolaccia come punto esclamativo. L’inizio è folgorante. «Il mio prino grande affare all’estero? Un viaggio in Germania con due miei amici che si sono spacciati per grandi compratori. Da una stanza d’hotel mi chiamavano e dicevano: ‘belli i tuoi maglioni, ne vogliamo 10mila’. Quando i tedeschi arrivarono, furono così impressionati che ne comprarono 10mila anche loro». "Dovremmo imparare dai benedettini: mi sento un monaco part-time" «NOI STIAMO vivendo una nuova epoca di luce - dichiara convinto messer Brunello -. Nel mio lavoro mi ispiro alla frase di Marco Aurelio: devi sempre agire, parlare e pensare come se quell’istante fosse l’ultimo della tua vita». La parola chiave dell’incontro è «dignità», ma avrebbe potuto essere anche «leggerezza». Perché ogni cosa raccontata da Cucinelli assume una sfaccettatura divertente, di ricordo goliardico. «Non ho mai visto i miei genitori litigare - ha detto in apertura - ma un motivo c’era. In famiglia eravamo in 13, anche se loro litigavano la notte, la mattina dopo erano costretti a fare pace, davanti a tutta quella gente. Essere dignitosi per loro, che venivano dalla campagna, era sinonimo di riscatto». Il lavoro è un altro concetto chiave per il re del cachemire. E quando ...
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