Se la stagione della risalita in A, solitamente, vive di un entusiasmo da promozione sufficiente per garantirsi la salvezza, è il secondo anno quello più insidioso. Lo sa bene il Lecce, che nel 2022-2023 ha recitato il ruolo di coraggiosa matricola guadagnandosi una meritata permanenza, e che ora è chiamato a una difficile conferma al piano più alto del nostro calcio.
Non che il talento manchi per riuscirci, così come l’entusiasmo di una piazza provinciale solo sulla carta. Ma non avere più mister Baroni, col suo carico di audace inventiva, potrebbe rappresentare un problema. Al suo posto ecco D’Aversa, che dopo il lavoro eccellente sulla panchina del Parma è incappato in un esonero su quella della Samp. La sua capacità di gestione di un gruppo giovane, però, è fuori discussione.
In campo, semmai, potrebbe pesare eccome la partenza di Umtititi, campione del mondo 2018 fondamentale nella stagione passata per i giallorossi. La certezza resta Baschirotto, erculeo baluardo con licenza di segnare. Venuti l’innesto che può portare qualità a tutto il reparto difensivo. Anche il neo arrivato Almqvist, esterno d’attacco, può rivelarsi un protagonista: Strefezza, sull’altra fascia, può insegnargli tanto.