Quel gol di Leonardo Pavoletti ha cambiato la storia di una intera regione: il Cagliari in A non è solo calcio, è molto di più. Tanto più che la sua favola sposa quella di Claudio Ranieri, il gentiluomo tornato a Cagliari per rivivere l’emozione di trent’anni prima: in mezzo ci sono stati il Valencia, la Juventus, la Fiorentina, l’Inter, la Roma, il Chelsea, lo scudetto del Leicester. Ma lì a Cagliari si è fermato il tempo, con quella luce e quella vita che solo la Sardegna sanno regalare: Ranieri ha rivinto nell’unica città simbolo di una regione, ed ora Cagliari ritrova la serie A ad un solo anno di distanza dall’ultima volta. Lo fa con una campagna acquisti importante anche se non rumorosa: in porta c’è quello Scuffet che sembrava l’erede di Buffon; in attacco Ranieri, da romano, ha visto in Shomurodov qualcosa che è sfuggito ad altri; Augello è un giocatore efficace, di categoria. Come Jantko, a centrocampo. In più ci sono le conferme, tante conferme per una squadra che già nell’anno della retrocessione aveva alcuni tra i giocatori più richiesti sul mercato. Sembrava una contraddizione: ma il trionfo dell’anno scorso ha rimesso a posto tutto, anche una serie A che senza il Cagliari non sarebbe la stessa.
SportRanieri come al Leicester Una panchina da leggenda