Genova è una città unica. Qui ogni angolo è vita, ogni vicolo è passione, ogni centimetro ha un’anima. Quella del porto, della storia, dei grandi eventi. E quello del calcio: che non è lo stesso calcio di altre città. Qui è passione intensa, scelta, appartenenza all’ennesima potenza. Lo stadio è il simbolo di una passione forte e raccolta, colorata e storica, vibrante e intima. A Genova puoi pensare che una parte festeggi e l’altra imprechi: che promozione e retrocessione ritmino pensieri e umori. Ma non è così. Per la gloriosa brucerchiata l’estate è stata di festa. La svolta societaria, il passaggio finalmente a Radrizzani e Manfredi, l’addio a Ferrero, la ripartenza con un grande nome come Andrea Pirlo hanno acceso entusiasmi più luminescenti di quanto avrebbe anche potuto fare una promozione. La B sarà durissima, soprattutto partendo da meno due, ma ora c’è un motivo per crederci, c’è un progetto credibile, ci sono volti e facce riconoscibili in un passato, un valore, un futuro. Così gli abbonamenti hanno preso a crescere rapidamente, le bandiere a riempire i terrazzi, le maglie sono ovunque in città, nel mondo. La sfida non sarà facile: la B è il campionato più difficile d’Italia, i grandi club sono attrezzatissimi per non farsi sfuggire il salto di categoria. E Pirlo, come allenatore, non ha ancora ottenuto molto: un anno alla Juventus senza stupire, ma vincendo comunque gli ultimi titoli bianconeri, un altro in Turchia conclusosi prematuramente. Per l’ex regista di Milan e Juve questo sarà l’anno della verità: ennesimo campione del mondo alla riprova del campionato più affascinante d’Italia.
SportPirlo e la nuova società, la Samp ritrova il sorriso