
di Riccardo Galli
La notte della Champions, quella accanto alla sua Inter e poi il Gp d’Italia. "Sarà un week end che dovrò organizzarmi bene…", aveva promesso Valentino Rossi puntando sull’appuntamento del Mugello. Appuntamento segnato anche dalla notte nerazzurra. Tanto calcio, dunque, ma anche tanta, tantissima pista.
Già, perché, il Mugello rimane, e sarà così per sempre, la casa di Valentino. Si sogna con la Ducati di Pecco, è vero; ci si aspetta la rinascita di Marquez, e anche questo è vero; ci si immagina qualche colpo a sorpresa, magari di Bez, magari dell’Aprilia, ma alla fine, la domanda di tutti è sempre e solo (e ancora) quella: dov’è Vale?
Pensare il contrario sarebbe semplicemente impossibile e sicuramente un errore, perché la storia della pista toscana rappresenta l’incrocio più bello di Rossi con la sua gente. Con i suoi successi, con le sue emozioni da Leggenda.
Al Mugello, Valentino ha messo la firma su vittorie epiche, su sorpassi mozzafiato, su sportellate che negli anni hanno acceso il pubblico del circuito come a un gol capolavoro in una finale di Champions. Rossi, al Mugello, ha dovuto spesso ricorrere all’aiuto di bodyguard per… sopravvivere all’affetto della gente. Usava lo scooter al paddock per muoversi, ma bastava che uno dei suoi fans lo intercettasse per non riuscire più anche a scendere da quella mini-moto per correre dal box al motorhome.
Fra le foto più belle delle sue mille vittorie al Mugello, ci sono quelle con il ‘muro giallo’ segnato dal numero 46 che ha accompagnato notti insonni in attesa del Gp, fra musica, grigliate e birra. Quelle grigliate dove di colpo, a sorpresa (ma non troppo) appariva lui, Valentino per un saluto in diretta, per un abbraccio alla sua gente.
La gente che anche oggi, nel 2023, corre al Mugello per salutare Bagnaia, aspettare Bastianini, incitare Bezzecchi, ma alla fine prova ancora a dare la caccia a Rossi. Una foto, un selfie, un autografo, una pacca sulle spalle. Così Valentino è ancora qua. Sorridente e disponibile. Icona e mito. Di tutti e per tutti.
E allora diciamolo apertamente: il Rossi dirigente, manager e numero uno del suo team il Mooney-Vr46 non ha ancora preso del tutto lo spazio che era del Rossi pilota, del Rossi campione.
Sì, Rossi c’è anche stavolta al Mugello. E sarà di nuovo festa.