Martedì 15 Luglio 2025

Curve, pieghe e drittoni. Le Biondetti a tutto gas. Si rallenta per la Bucine

di Riccardo Galli Tre numeri, tre riferimenti, tre timbri che valgono il biglietto da visita del circuito del Mugello come pista...

Curve, staccate, conduzione: al Mugello vincono solo i piloti più completi

Curve, staccate, conduzione: al Mugello vincono solo i piloti più completi

di Riccardo Galli

Tre numeri, tre riferimenti, tre timbri che valgono il biglietto da visita del circuito del Mugello come pista iper-veloce.

Veloce ma allo stesso tempo, sia chiaro, molto tecnica e quindi adatta a piloti che non amano ’strappare’ la gara, ma gestirla, combatterla. Ma torniamo ai numeri, i tre numeri che spiccano sul totem virtuale che il Mugello potrebbe accendere al suo ingresso. Primo: il record della pista, relativo alla MotoGp è stato firmato da Jorge Martin, un anno fa (2024), in 1’44’’504. Secondo: il record della pista di una Formula Uno, realizzato dalla Mercedes di Hamilton (2020) in 1’15’’144. Terzo: la velocità massima toccata (da una moto) sul rettilineo che ha visto Brad Binder (2023) raggiungere i 366,1 km/h sul tachimetro.

E partiamo da qui. Dal rettilineo (reso unico al mondo dal leggerissimo saliscendi nella parte finale) che sbocca nella curva San Donato. E’ questo ’aggancio’ uno dei tratti più spettacolari della pista, perché nel giro di una manciata di metri si deve passare da una velocità da decollo di jet a impostare la curva con marcia bassa e velocità da maxi-scooter. Il tempo di transitare sulla ’esse’ Luco-Poggio Secco ed eccoci nel tratto di circuito più bello e, secondo i piloti, spettacolare come pochi al mondo: la discesa, velocissima e che gira su una nuova ’esse’ della Casanova Savelli.

Tratto, questo, da percorrere senza sbavature, con pieghe ben calibrate: qui il minimo errore può causare un fuori traiettoria micidiale nella dinamica di una corsa. Anche perché dalla Casanova-Savelli si corre in fretta verso l’Arrabbiata 1 e poi, ovviamente sulla Arrabbiata 2.

Termine e nome quello dell’Arrabbiata che ben racconta le insidie dell’accoppiata di curve. E’ qui che il Mugello mette in bella evidenza tutto il suo essere circuito... collinare. Sì, la pendenza dell’Arrabbiata è da vivere tutta d’un fiato, ma per farlo devi essere stato perfetto nell’uscita dalla Casanova-Savelli.

Altro salto in avanti e focus sulle Biondetti. Qui a fare la differenza è il repentino cambio di direzione per quella che è la terza "esse" del tracciato. Un cambio di direzione comunque velocissimo, dove chi ha cuore e fegato (e chi non è ne ha fra i ragazzi della MotoGp),non tira indietro nell’affrontare le Biondetti con il gas completamente aperto. Chi stacca... potrebbe rimanere in poltrona e seguirsi la gara.

Ed eccoci alla Bucine, la curva larga, larghissima (a sinistra) a 180 gradi che accompagna i piloti sul rettilineo e riaccende quella battaglia che vola oltre i 350 km/h.

Benvenuti al Mugello.