di Marco Galvani
Ha appena tagliato il traguardo dei 60, ma quella vittoria al Mugello quando di anni ne aveva appena fatti 29 "eccome se me la ricordo bene". Correva l’anno 1992 e Luca Cadalora correva in sella alla Honda nella “due e mezzo“: "Abbiamo fatto un bel lavoro". Un podio tutto italiano: Luca sul gradino più alto del podio, poi le Aprilia con Loris Reggiani e Max Biaggi. "Che bella gara, gli ultimi giri ce la siamo giocata tutta", ricorda l’ex campione modenese, tre volte iridato tra 125 e 250 dopo una carriera sportiva iniziata nel salto con l’asta per la Fratellanza di Modena. Lui, modenese nell’animo e pure nel talento che ha respirato l’aria della terra dei ’mutur’. Lui che, in pista da metà degli anni Ottanta alla fine dei Novanta, univa tecnica ed eleganza quando ci si guardava in cagnesco e in gara erano sportellate. Perché "le corse sono belle quando c’è battaglia, se non permetti ai piloti di far nulla, lo spettacolo non c’è. I piloti non devono aver paura di sorpassare". Nostalgia canaglia. "Sono i piloti che normalmente trovano i limiti. E alla fine sai cosa c’è? Che più regole metti, più perdi lo show. Ai nostri tempi le regole erano le nostre. Regole non scritte dettate dal rispetto. Che, peraltro c’è ancora".
Era il galateo dei vecchi “cavalieri“ del Motomondiale. Che tutti conoscono.
Anche i piloti di oggi, "una schiera di ragazzi molto forti". Certo, "noi italiani siamo un po’ in sofferenza in Moto 3 e Moto 2, ma ci consoliamo in MotoGp – analizza Cadalora –. Pensavamo che dopo Vale ci sarebbe stato il buio, invece lui si è portato avanti e ci ha regalato dei grandi allievi. Bagnaia, Bezzecchi, Marini e poi speriamo di rivedere presto davanti anche Bastianini: tutti con una moto che sta andando veramente bene".
E al Mugello? "È una pista meravigliosa, uno dei pochi circuiti rimasto come era in origine. È il massimo per chi corre in moto". E per i tifosi, visto che il motto è “Al Mugello non si dorme“. "Sempre vero, per questo io per dormire correvo in albergo", sorride Cadalora. Ormai, però, "le gare le seguo tutte in televisione, a cominciare dalle libere del venerdì, ma soprattutto al Mugello è sempre bello esserci". Emozioni, ma senza rimpianti: "Non ne ho, ho sempre fatto quello che mi sentivo, ho sempre seguito il cuore. Anche in qualche pazzia". Ma adesso basta pista: "Ho continuato fino al 2019, ora solo moto da “passeggiata“".