
Chiara Feliziani insegna diritto dell’ambiente e della sostenibilità ed è avvocato "Il nostro Ateneo punta da tempo su bandi e ricerche ad hoc".
Professoressa Chiara Feliziani, lei insegna all’Università di Macerata diritto dell’ambiente e della sostenibilità, due tematiche centrali nell’Agenda 2030. I giovani sono interessati a questi argomenti?
"Sono molto interessati. Insegno diritto dell’ambiente nel dipartimento di Giurisprudenza dal 2019 e di anno in anno vedo sempre più giovani motivati e curiosi nei riguardi delle tematiche ambientali. Sin dalla prima lezione del corso noto una significativa sensibilità da parte degli studenti rispetto ai valori ambientali. Poi sta a me stimolare la loro curiosità e rafforzare le loro conoscenze sul piano giuridico".
Quali sono i suoi principali temi di ricerca in materia di diritto ambientale? E quali sono le attività di trasferimento e diffusione dei risultati?
"Le mie ricerche si muovono su due filoni. Il primo il rapporto tra tutela ambientale e sviluppo economico. Ho studiato, infatti, la disciplina del servizio pubblico in chiave ambientale e, più di recente, l’economia circolare. Il secondo filone invece è la tutela processuale in materia ambientale, compresa la climate change litigation. Su questo tema ho curato, insieme ad altri colleghi di Dipartimento, un volume di imminente pubblicazione. Oltre a pubblicazioni e convegni scientifici, vi è poi l’attività di ’terza missione’, ossia la divulgazione a beneficio del territorio e della società civile. A questo riguardo, mi piace ricordare che faccio parte del comitato scientifico della Sibillini Europa Summer School, che si svolge ad Amandola, nel Fermano, a fine estate e ha ad oggetto temi dell’integrazione europea, compreso quello della sostenibilità ambientale ed ecologica. L’obiettivo è avvicinare i giovani all’Europa e valorizzare il territorio".
Cosa si può fare di più su questi due temi? Sia a livello normativo che accademico?
"Ovviamente, si può sempre fare di più e meglio. Capita che, in alcuni casi, la normativa sia alluvionale e ciò rende complesso, specie per le amministrazioni e i cittadini, orientarsi. Tuttavia, l’Italia ha nel complesso una legislazione avanzata sui temi ambientali. Ad esempio, in materia di Green public procurement (Gpp), nel 2016 l’allora Codice dei contratti pubblici ha disciplinato l’impiego dei c.d. Cam (Criteri ambientali minimi) in maniera più stringente di quanto fatto dalle direttive europee del 2014. Quanto all’Accademia, la qualità della ricerca in Italia è mediamente alta, con punte di eccellenza. Servono però tempo e risorse, oltre alla passione. Da questo punto di vista, dunque, il peso della burocrazia, che caratterizza il sistema nel suo complesso, meriterebbe un alleggerimento. Così come investimenti strutturali sulla ricerca a livello nazionale, specie a beneficio di ambiti strategici per il futuro come quello della sostenibilità, sarebbero molto utili".
Con l’Università di Macerata e, in particolare, con il dipartimento di Giurisprudenza come vi siete mossi in questi anni sui temi dell’Agenda 2030?
"L’Ateneo di Macerata è molto attento ai temi dellAgenda 2030. Quanto al Dipartimento di Giurisprudenza, si tratta di un Dipartimento di eccellenza. Nel 2022, infatti, abbiamo vinto, per la seconda volta consecutiva, un bando competitivo del ministero dell’Università con un progetto dal titolo “Innovazione e vulnerabilità: problemi giuridici e tutele”, ottenendo un finanziamento di circa 6 milioni di euro. Tra i filoni di ricerca in cui si articola il progetto, anche quello relativo alle forme di vulnerabilità ambientale (ad esempio, cambiamento climatico, perdita della biodiversità, consumo di suolo etc.) che impattano sulla qualità della vita di ciascuno di noi. Abbiamo poi all’attivo molti progetti di ricerca, di rilevanza nazionale ed europea, che hanno per oggetto tematiche collegate ai goal dell’Agenda 2030. Ad esempio, uno sulle migrazioni climatiche e un altro sull’impiego degli aiuti di Stato nella mitigazione delle forme di vulnerabilità ambientale. Inoltre, abbiamo un premio di laurea finanziato da un’azienda del territorio volto tesi che abbiano ad oggetto questioni legate all’ambiente e ai rifiuti".
Nicholas Masetti