
In Toscana aumenta la formazione continua, in Lombardia diminuisce l’abbandono scolastico
Nel quadro dell’Agenda 2030, il Goal 4, dedicato all’istruzione di qualità, rappresenta un elemento chiave per valutare la sostenibilità sociale dei territori italiani. Ma a che punto sono le regioni del Centro-Nord? A fornire una risposta è l’analisi dei dati contenuti nel Rapporto ASviS 2024. L’Emilia-Romagna mostra risultati superiori alla media nazionale in diversi indicatori cruciali: cresce la partecipazione alla formazione continua (+2,8 punti percentuali rispetto al 2018), cala sensibilmente l’uscita precoce dal sistema scolastico (-3,5 punti), e aumentano i posti nei servizi socioeducativi (+7,9 punti dal 2013 al 2022). In particolare, la città metropolitana di Bologna si distingue a livello nazionale: nel 2022 ha già superato l’obiettivo europeo del 33% di copertura nei servizi educativi per l’infanzia, raggiungendo il 49,4%, a fronte di una media italiana del 30% e di un dato regionale del 43,1%.
Anche sul fronte dell’istruzione terziaria, Bologna ha già centrato il traguardo fissato per il 2030, con il 45,2% di laureati, contro il 32,9% dell’Emilia-Romagna e il 30,6% a livello nazionale. Inoltre, la regione ha raggiunto pienamente l’obiettivo relativo alla riduzione dell’abbandono scolastico, fermandosi al 7,3%, ben al di sotto della soglia attesa entro il 2030 del 9%.
Anche le Marche mostrano una traiettoria positiva: crescono i posti autorizzati nei servizi socioeducativi (+9,8 punti) e la quota di laureati (+5,1 punti rispetto al 2018). Tuttavia, si segnala una flessione nel numero di lettori (-5,9 punti). La regione ha già centrato l’obiettivo sull’abbandono scolastico, registrando un dato ancora migliore dell’Emilia-Romagna (6,1%) e ha superato il 33% di copertura nei servizi per l’infanzia, toccando il 33,5% nel 2023. La percentuale di laureati, invece, resta lontana dal target del 45%, pur attestandosi a un incoraggiante 34,8%.
In Toscana, l’istruzione è uno dei tre goal che evidenziano un miglioramento, con livelli superiori alla media italiana. Aumentano la formazione continua (+2,7 punti) e l’offerta di servizi socioeducativi (+8,7 punti), ma si registra anche qui una forte contrazione della lettura (-13,9 punti). La quota di laureati nel 2023 si attesta al 31,3%: ancora distante dall’obiettivo, ma più che in linea con la media nazionale del 30.6%.
L’Umbria mostra un deciso miglioramento nel settore educativo: +4,5 punti nella formazione continua e +6 punti nella quota di laureati, che nel 2023 raggiunge il 34,4%, superando sia la media nazionale sia regioni strutturalmente forti come l’Emilia-Romagna.
Un andamento simile si osserva in Liguria: +4 punti nella formazione continua, +4,8 nei servizi socioeducativi, ma un calo marcato nella lettura (-14,4 punti). Anche qui, la quota di laureati è ancora lontana dal 45% (31,2%), ma resta superiore alla media nazionale.
Infine, la Lombardia presenta segnali analoghi di miglioramento: diminuisce l’abbandono scolastico (-5,3 punti), aumenta la formazione continua (+3,3 punti) e crescono i posti nei servizi per l’infanzia (+7,9 punti). La percentuale di laureati nel 2023 si attesta al 35,2%, avvicinandosi all’obiettivo 2030. Questi risultati si allineano a quanto emerge dal Rapporto SDGs 2024 dell’Istat, secondo cui solo il 30,6% dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni ha completato l’istruzione terziaria. Il dato riflette forti disparità territoriali: il Mezzogiorno resta indietro con il 25,1%, mentre il Nord si attesta al 32,9% e il Centro al 35,5%.