
Le città di Lombardia ed Emilia-Romagna tra le più virtuose, Toscana a ’macchia di leopardo’ .
Il Goal 6 degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu si concentra sulla gestione sostenibile delle risorse idriche, con l’obiettivo di garantire a tutti l’accesso universale e sicuro all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari. Secondo il rapporto SDGs 2024 dell’Istat, nel 2022 l’Italia è al terzo posto tra i Paesi UE27 per prelievo pro capite di acqua per uso potabile, con un consumo annuo di 155 metri cubi per abitante. E permangono criticità nelle reti di distribuzione, con un’efficienza al 57,6%. La dispersione idrica infatti è una delle principali problematiche del sistema: nel 2023 circa una famiglia su tre non si fida dell’acqua del rubinetto, e quasi il 10% della popolazione lamenta irregolarità nella distribuzione.
Le misure statistiche per il Goal 6 diffuse da Istat, basate su nove indicatori principali, mostrano una stabilità complessiva tra l’ultimo anno di riferimento e il precedente. Il Rapporto ASviS 2024 consente un’analisi regionale e provinciale grazie a specifici indici compositi, costruiti su circa cento indicatori elementari (2010-2023). In Emilia-Romagna, la dispersione idrica ha registrato un aumento del 4,1% dal 2012 al 2022, ma la regione continua a mantenersi sopra la media nazionale. In particolare, le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Reggio Emilia e Piacenza hanno valori degli indici compositi di tutto il goal 6 molto superiori alla media; bene anche Bologna, mentre le province di Parma e Modena sono in parità con i valori nazionali e Ferrara registra risultati lievemente sotto la media.
La Liguria, presenta un aumento della dispersione idrica di 8,8 punti percentuali tra il 2012 e il 2022. Nonostante questo, la regione rimane sopra la media nazionale. Tuttavia, all’interno della Liguria, si registrano forti disparità tra le province: Imperia ha valori molto sopra la media nazionale, contrariamente a La Spezia che presenta un valore nettamente inferiore. Savona e Genova registrano un valore superiore al Paese, e un esempio è quello dell’obiettivo specifico di ridurre entro il 2026 la dispersione idrica del 15% rispetto ai valori del 2015: Genova infatti ha già raggiunto questo obiettivo nel 2022, mentre la Liguria nel suo complesso e l’Italia, ancora, non sono riusciti a centrare il traguardo.
Per quanto riguarda la Lombardia, la dispersione idrica è aumentata di 5,3 punti percentuali tra il 2012 e il 2022. Tuttavia, la regione presenta valori del totale degli indici compositi positivi, generalmente superiori alla media nazionale, ad eccezione delle province di Lecco e Varese, che si allineano ai dati nazionali. In Toscana, la dispersione idrica è aumentata di 2,4 punti percentuali tra il 2012 e il 2022, e la regione si colloca sotto la media nazionale sul goal. Le province di Massa, Pistoia, Grosseto, Prato e Firenze presentano valori molto inferiori alla media nazionale, con Firenze che, pur avendo un dato più alto rispetto ad altre, non si discosta gravemente dalla media. Al contrario, province come Lucca, Pisa, Livorno, Arezzo e Siena si distinguono per valori particolarmente buoni, con Livorno, Arezzo e Siena che mostrano performance molto superiori alla media nazionale.
L’Umbria ha visto un aumento della dispersione idrica di 11,2 punti percentuali dal 2012 al 2022. La regione è sotto la media nazionale negli indici compositi del goal, con Perugia che si mantiene sui valori medi e Terni che ha registrato risultati ben inferiori alla media italiana. Infine, nelle Marche, la dispersione idrica è aumentata di 5,5 punti percentuali tra il 2012 e il 2022, ma la regione continua a rimanere sopra la media nazionale. Province come Macerata, Ascoli Piceno e Fermo si distinguono per valori molto superiori alla media, mentre Pesaro-Urbino presenta risultati leggermente sotto la media nazionale
Alice Pavarotti