Ci devono essere veramente delle capre cieche fra gli esperti che, alla Biennale d’antiquariato di Firenze, hanno escluso, tra gli altri, due dei pezzi più notevoli dell’esposizione: una «Sacra conversazione» di Boccaccio Boccaccino, schedata dal massimo studioso del pittore, Marco Tanzi; e una «Adorazione dei magi» del ferrarese Garofalo, nella piena maturità, pubblicata da Anna Maria Fioravanti Baraldi. Due capolavori censurati da ignoranti che si fanno chiamare professori, e vivono delle prebende dei mercanti amici, penalizzando i bravi antiquari, dotati talvolta di notifiche del Ministero, che paradossalmente limitano la libera circolazione ma non tutelano sulla autenticità delle opere. I camerieri dei mercanti sono più autorevoli dello Stato?
ArchivioBiennale, porte chiuse ai capolavori