Venerdì 20 Giugno 2025

Dalla parte delle donne: "Deficit ormonali, ecco come li curiamo"

Con il servizio Lei@Lei di Villa Erbosa in azione un team di specialiste "Percorso innovativo, così restituiamo qualità di vita alle nostre pazienti" .

Con il servizio Lei@Lei di Villa Erbosa in azione un team di specialiste "Percorso innovativo, così restituiamo qualità di vita alle nostre pazienti" .

Con il servizio Lei@Lei di Villa Erbosa in azione un team di specialiste "Percorso innovativo, così restituiamo qualità di vita alle nostre pazienti" .

Dottoressa Debora Marchiori, che cos’è il servizio Lei@Lei di Villa Erbosa e a chi si rivolge? "Il servizio è rivolto alle donne di tutte le età e nasce dall’idea che l’universo femminile sia in continua evoluzione. In questo cambiamento, il ruolo degli ormoni è centrale e spesso sottovalutato. Abbiamo pensato quindi a un percorso dedicato, in cui intervengano tre figure specialistiche: io come urologa, la dottoressa Franca Paola Marchesini, ginecologa, e la dottoressa Irene Orsi, endocrinologa. L’obiettivo non è di trattare il singolo sintomo, ma di affrontare il quadro complessivo della paziente, perché quando si agisce su più fronti in modo coordinato, la qualità della vita migliora. Parliamo di un percorso multispecialistico incentrato sul deficit ormonale, in particolare degli ormoni sessuali, che hanno un impatto su molti aspetti della salute femminile. Spesso i sintomi legati agli squilibri ormonali non sono riconosciuti come tali. Noi invece, grazie a un approccio integrato, valutiamo insieme il quadro clinico e proponiamo un piano personalizzato. La paziente si rivolge inizialmente alla specialista più coerente con il sintomo dominante, e successivamente è indirizzata verso un percorso completo, se necessario".

Perché il nome Lei@Lei? "’Lei’ perché parliamo di donne, la chiocciolina perché ci rivolgiamo a donne attive, che utilizzano i social, si informano e vogliono strumenti accessibili. E infatti c’è anche una base di telemedicina nel servizio: le pazienti potranno inviarci i referti tramite canali dedicati. Il secondo ’Lei’ è un riferimento all’insufficienza estrogenica. Il nostro è un percorso innovativo, ma al tempo stesso concreto, pensato per tutte quelle donne che non hanno ancora trovato una risposta ai propri disturbi. Siamo una struttura privata accreditata, parte del Gruppo San Donato, che ha avuto la sensibilità di proporre questo progetto alla cittadinanza. Devo ringraziare l’ingegner Elena Bottinelli, amministratore unico, per avere creduto in noi. Anche se si tratta di un’iniziativa in ambito privatistico, può rappresentare un modello replicabile in altre realtà, a vantaggio di tante donne. Il percorso sarà prenotabile anche online e stiamo attivando modalità di consulto in telemedicina".

Come funziona il percorso di valutazione? "Si parte con una valutazione collegiale: le tre specialiste discutono insieme il caso clinico della paziente, anche separatamente da lei, per valutare se siano necessari ulteriori approfondimenti rispetto al disturbo inizialmente riportato. Se emergono altri aspetti da considerare, proponiamo alla paziente una valutazione più ampia, sempre nel rispetto dei medici che già la seguono. Per esempio, se una paziente con ovaio policistico si rivolge a me per cistiti ricorrenti, mi occupo della parte urologica, ma collaboro con la collega ginecologa per la problematica ormonale, e con l’endocrinologa per l’eventuale sovrappeso. L’approccio è davvero integrato".

Che cosa si intende per ipoestrogenismo? "È una condizione in cui il corpo della donna non ha una quantità sufficiente di estrogeni per fare funzionare correttamente gli organi target di questi ormoni. Gli estrogeni non agiscono solo sull’apparato genitale: sono fondamentali anche per il cervello, le ossa, l’apparato urinario e quello muscolare. Se in uno di questi ambiti manca il giusto livello di estrogeni, l’organo smette di funzionare come dovrebbe. Questo avviene tipicamente in menopausa, ma può succedere anche in età fertile. Nel mio ambito, per esempio, la carenza estrogenica incide moltissimo su vescica e uretra. E le conseguenze possono essere molto invalidanti".

Quali sono i sintomi di un deficit di estrogeni? "Le donne lo percepiscono chiaramente: sentono che qualcosa è cambiato. In menopausa, ad esempio, si presentano insonnia, calo del desiderio sessuale, minzione frequente (soprattutto notturna), cistiti ricorrenti. Ci sono sintomi più noti e altri che culturalmente non sono associati a un problema ormonale, come l’ipertensione, l’aumento di peso o l’incontinenza. Per questo è importante parlarne: molte donne non sospettano nemmeno di avere un deficit ormonale, eppure i segnali sono evidenti".

Come si cura questa condizione? "La maggior parte delle nostre pazienti è in menopausa. L’obiettivo è di trattare i sintomi legati al calo ormonale e riportare l’organismo in equilibrio, come prima della menopausa o, nel caso delle donne giovani, ripristinare un corretto assetto ormonale. Oggi per i disturbi del sonno, le sudorazioni notturne e il sovrappeso, nonché per il metabolismo osseo in caso di osteoporosi e osteopenia, ci sono trattamenti specifici e innovativi. Ciò vale anche per quanto riguarda cistiti ricorrenti, dolore uretrale, urgenza minzionale e problematiche ginecologiche e sessuali, che possono essere trattate con varie terapie ormonali e non ormonali, sicure ed efficaci. Bisogna sfatare un tabù: oggi la terapia ormonale sostitutiva o integrativa, se ben gestita, non è sempre pericolosa, anche perché oltre alle terapie ormonali tradizionali di origine chimica possiamo proporre anche ormoni bioidentici e naturali, che hanno senz’altro minori effetti collaterali. Oggi una donna vive metà della sua vita in carenza ormonale. Non possiamo privarla di ciò che la fa stare bene. E se la terapia ormonale non basta o non si può fare? Dispositivi medici di alto livello come ad esempio il laser, la radiofrequenza frazionata piuttosto che farmaci all’avanguardia per le vampate o per il calo di peso possono rappresentare un altro valido supporto o integrazione al piano terapeutico delle nostre pazienti. I disturbi della menopausa non sono sintomi banali. Compromettono la vita lavorativa, quella affettiva e sessuale. È giusto che ci siano percorsi in grado di restituire alle donne qualità di vita fino in fondo".