Ferrara, 1 aprile 2025 –"Il cambio dell’ora è come un piccolo fuso orario e i sintomi sono condivisi con quelli del jet-lag. Un terzo della popolazione potrebbe avere disturbi importanti: prevalentemente legati al sonno, all’umore ma anche al calo della concentrazione: difatti il cambio dell’ora è solitamente una delle giornate in cui ci sono più incidenti stradali. Quindi per i primi due-tre giorni bisogna fare attenzione in macchina”. A parlare di cronobiologia, con dovizia di particolari, è Roberto Manfredini, professore ordinario di medicina interna presso l'Università degli Studi di Ferrara e direttore dell'unità operativa complessa di clinica medica dell'azienda ospedaliera di Ferrara, nonché uno dei massimi esperti italiani sul tema. Il professor Manfredini è stato intervistato da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell'agenzia di stampa Italpress.

I problemi di salute dopo il cambio dell’ora
Manfredini ha parlato del malessere e dei problemi di salute a cui si può incorrere col cambio dell’ora legale: “Diciamo subito che un terzo della popolazione soffre poco e nulla – spiega l’esperto -, un terzo ha disturbi lievi, ma il restante terzo potrebbe soffrire di disturbi importanti. Come difficoltà ad addormentarsi, un sonno poco soddisfacente dal punto di vista del riposo con conseguenza di sonnolenza diurna, di calo della concentrazione – difatti vedremo che quella del cambio dell’ora è una delle giornate in cui ci sono più incidenti stradali -. Poi ci sono i disturbi dell’alimentazione – poco appetito, difficoltà digestive – e quelli attinenti all’umore poiché le persone possono diventare più irritabili e depresse. Infine, ci possono essere conseguenze anche più serie come accessi al pronto soccorso ed eventi cardiovascolari”.
Che cos’è la cronobiologia
La cronobiologia è la scienza che studia i ritmi biologici e i processi temporali negli organismi viventi. Un concetto cardine di questa disciplina è che i ritmi circadiani, cioè i cicli biologici che si ripetono ogni 24 ore regolati da un orologio interno, influenzino le funzioni fisiologiche e patologiche. Nell'uomo è stato rilevato che le variazioni temporali sono legate a una maggiore frequenza di malattie acute, quali ad esempio quelle cardiovascolari. Comprendere questi ritmi è fondamentale per ottimizzare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie, adattandoli ai cicli naturali biologici del corpo. "Ogni volta che cambiamo l'ora è una sorta di sfasamento dei ritmi di sincronizzazione, in particolare questo di marzo, che è il peggiore", ha cpncluso Manfredini.