Giovedì 25 Aprile 2024

Nei quartieri si celebra il Saper Fare

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di Anna Giorgi

Un esercito di design addicted si aggira da oggi per le strade Milano. File, file ovunque, ma il Fuorisalone del mobile è così, è l’unico momento in cui la ressa non scoraggia, anzi, fa status perché celebra l’operosità. Affascina il magnetismo dell’evento, affascina l’energia creativa, la babele di lingue e quella miriade di appuntamenti che, sulla carta geografica, appaiono come una fitta mappa di bandierine colorate in un percorso che ci racconta veramente cosa è il potente linguaggio del design e come si fonde con la città. E se in tempo di Salone e Fuorisalone, Milano offre il meglio, alla ripartenza in presenza, dopo due anni di solo virtuale, l’energia e la velocità tutta milanese sono già contagiosissime.

Il tour dei Fuorisaloni è una ragnatela di luoghi che hanno un ’genius loci’, dato da un tocco di iperdecorativismo come gli ambienti di ’Dimoregalley’, in via Solferino e da quest’anno anche in via Sammartini, quartiere NoLo, o dal fascino dell’abbandono, come ’Alcova’ di Joseph Grima e Valentina Ciuffi, al quartiere periferico Baggio: una esposizione concettuale che sublima l’dea del lusso con progetti e prodotti inseriti nelle stanze spoglie in un ex ospedale militare colonizzato dalla vegetazione spontanea che diventa essa stessa installazione.

E proprio i quartieri sono quest’anno, ancora più dei prodotti, il plus di ogni esposizione. Periferie che ospitano il cosiddetto ’hard luxury’, cioè i pezzi unici, non riproducibili, artigianato altissimo da tutto il mondo, vietata la serie, vedi Nilufar Depot, della zarina iraniana Nina Yashar, a Lancetti. E zone centralissime che si smistano le griffe ormai arcinote o quelle più ’pop’. Si comincia a Brera, il tema di riflessione è ’Tra Spazio e Tempo. Progettare il presente e scegliere il futuro’. E quindi, via al design che interpreta il tempo e lo spazio con Metaverso e Nft, il mood del momento. "Il ruolo del designer è anche quello di aiutarci a comprendere la complessità della realtà, immaginando la relazione tra spazio fisico e virtuale, in una logica di design circolare autosufficiente", spiega Paolo Casati, creativo di StudioLabo.

Altra bandierina sulla mappa: Tortona, storico distretto che ha come protagonisti Tortona Rocks, Base, Superstudio e Tortona Design Week. Tra le varie sedi si snoda un design che parla di sostenibilità anticipando la necessità di interpretare i cambiamenti in corso nella società. Sarà il progetto ’Fluidity and Design’, il concept con cui Torneria Tortona e Tortona Locations confermano il percorso intrapreso negli ultimi anni di interpretazione del design come collettore di trasformazione culturale e sociologica.

Spostandosi più in centro, zona Duomo, Santa Marta per intenderci, le 5Vie tornano con l’appuntamento annuale dedicato al laboratorio per prototipare le utopie possibili. "Una mappa del mondo che non contempla l’utopia non è degna nemmeno di uno sguardo", scriveva Oscar Wilde. Ecco, i designer delle 5Vie cercheranno quindi di individuare le ubicazioni possibili di questo non-luogo a cui tendere, nella convinzione che mai quanto oggi sia necessario definire visioni collettive per la costruzione di un futuro condiviso. Un’utopia che sia anche la matrice di un messaggio di pace e di integrazione, al di là di ogni frontiera, di ogni nazionalismo, credo o orientamento politico.

’Isola Design District’, invece, parlerà di design come se si trattasse di un festival con il suo ’Together As One’: 250 tra designer e studi di design internazionali, che si sommano alle gallerie e agli artigiani locali, distribuiti tra 30 location. Grande ritorno di Margriet Vollenberg, creativa olandese fondatrice di Organisation in Design, che aveva ’scoperto’ Lambrate, oggi a Milano con ’Certosa Initiative’, un mix di talenti emergenti e marchi globali in un parco giochi post industriale di 10mila metri quadrati al quartiere periferico di Certosa. Posto d’onore per Rossana Orlandi che in via Bandello torna con il ’Ro Plastic Prize’. Nei suoi quattro anni di attività il suo format selezionatissimo ha contato 1800 partecipanti, di età media di 35 anni, da 60 Paesi diversi, toccando tutti i 5 continenti. Il premio prevede tre categorie: Urban and Public Design, Educational Social Media, Innovative and Tech Projec.

Il Fuorisalone si estende ancora più fuori con ’Baranzate Ateliers’ che, per il secondo anno consecutivo propone all’interno dell’ex fabbrica Necchi, icona del patrimonio industriale italiano, un progetto dedicato al design da collezione e all’arte sperimentale. E, guardando al mondo, perché in fondo, questo grande evento insegna anche che i confini sono solo linee e il melting pot è la vera grande ricchezza, interessante è la prima e promettente collaborazione studiata da Cristian Confalonieri e Sawsan Mourad con Il Cairo, in uno scambio di sinergie tra realtà solo apparentemente lontane. ’Cairo Milano Design’ crea ponti nel mondo del design tra Milano, Il Cairo, altre città della regione e dell’Africa. Un nuovo ponte, un nuovo punto di partenza.