Mercoledì 24 Aprile 2024

Pala dei Decemviri, l’unione fa lo splendore

Opera del maestro di Raffaello. Requisita dai francesi nel 1797 che ignorarono la cimasa col Cristo in pietà, ora è in mostra completa ai Musei Vaticani

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C’è tempo fino al 30 aprile per poter ammirare un’opera che, nella sua interezza, sarà difficile rivedere. Forse non sarà impossibile, ma chissà quando potrà capitare di nuovo. Di cosa stiamo parlando? Della Pala dei Decemviri di Pietro Vannucci, detto il Perugino. Sì, il maestro di Raffaello. L’opera sarà in mostra ai Musei Vaticani fino al 30 aprile con la sua cimasa (la parte superiore della cornice) e la sua cornice originale, prestate per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello dalla Galleria Nazionale dell’Umbria (la cornice, comunque, è stata data a lungo termine).

Ma facciamo un passo indietro, fino al 1495. Nella Cappella dei Priori, costruita a metà Quattrocento durante i lavori di ampliamento del Palazzo dei Priori di Perugia, iniziano gli interventi decorativi e d’arredo per renderla il luogo più nobile e rappresentativo dell’edificio. A completare la decorazione della cappella viene chiamato Pietro Perugino, che esegue per l’altare la pala dei Decemviri raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Ercolano, Costanzo, Lorenzo e Ludovico. L’opera, per la verità, è stata commissionata nel 1479 a Pietro di Galeotto, ma la sua morte determina nel 1483 l’assegnazione dell’incarico a Pietro Vannucci. Questo secondo progetto prevede anche l’aggiunta di una cimasa con la Madonna della Misericordia, per la quale, a causa dell’eccessivo protrarsi dei lavori, viene coinvolto Sante di Apollonio, che la terminò nel 1486. L’anno successivo, tuttavia, Perugino viene chiamato a ridipingere la cimasa, poiché i Decemviri intesero celebrare l’apertura del Monte di Pietà facendo apporre l’immagine di Cristo in pietà.

La tavola centrale, che riprende gli schemi compositivi già adottati per la pala di S. Domenico di Fiesole e per quella di S. Agostino di Cremona, viene ultimata da Vannucci nel 1495 ed è firmata sulla pedana del trono "hoc Petrus de chastro plebis pinxit". La pala rimane nella sua collocazione originaria per poco più di mezzo secolo fino al 1553, epoca del trasferimento della Cappella dei Priori in una nuova sede in altri ambienti del Palazzo. Nel 1797, però, l’opera viene requisita dalle truppe francesi come conseguenza del trattato di Tolentino e venne portata Oltralpe nel Musée de la République, (poi Musée Napoleon e oggi Musée du Louvre), in un destino comune ad altre centinaia di opere.

Per qualche ragione, però, i francesi ignorarono la cimasa col Cristo in pietà e la cornice in legno intagliato e dorato opera di Giovanni di Battista di Cecco detto il Bastone, le quali, dopo un soggiorno alla Quadreria dell’Accademia di Perugia, tornano a Palazzo dei Priori. Nel 1816, tramontata la lunga parentesi di Bonaparte e restaurata la monarchia borbonica, Antonio Canova, inviato a Parigi da papa Pio VII per recuperare il maltolto, riesce a riportare a Roma la tavola, che - nonostante le decise proteste dei perugini - viene destinata alla Pinacoteca Vaticana. Dopo due secoli, grazie alla collaborazione con i Musei Vaticani, la Pala dei Decemviri di Pietro Vannucci detto il Perugino, è tornata nello spazio per il quale era stato concepito, all’interno della Cappella dei Priori, dal 10 ottobre 2019 al 26 gennaio 2020. Adesso, è nei Musei Vaticani, dove resterà, ma fino al 30 aprile sarà esposta assieme alla cimasa e alla cornice.

Cosimo Firenzani