Venerdì 19 Aprile 2024

La vita e le imprese di un monument man

Sul Lungarno Serristori la dimora-museo di un uomo che ha salvato migliaia di opere trafugate dai nazisti

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FIRENZE

Riapre, dopo il lungo periodo di lockdown, il museo Casa Rodolfo Siviero, il monument man che salvò migliaia di opere d’arte trafugate dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Appassionato e colto collezionista, alla sua morte lasciò la casa sul Lungarno Serristori, dove aveva vissuto per lunghi anni, a Firenze. I metodi rocamboleschi ed avventurosi con i quali le opere furono talvolta recuperate, il fascino personale di uomo colto e raffinato e allo stesso tempo spregiudicato e concreto nell’azione, i molti successi con il gentil sesso gli valsero il soprannome di 007 dell’arte.

Amante dell’arte, era riuscito a possedere un’ampia raccolta di opere d’arte antiche, tra cui reperti etruschi, busti romani, statue lignee trecentesche e quattrocentesche, dipinti fondo oro, rinascimentali e barocchi, bronzetti, terrecotte, suppellettili liturgiche, splendidi mobili. Inoltre un nucleo di opere di importanti artisti italiani moderni come Giorgio De Chirico, Giacomo Manzù, Ardengo Soffici, Pietro Annigoni, ai quali era legato da rapporti di amicizia.

La casa museo rispecchia a pieno la personalità del suo proprietario amatore d’arte e restituisce l’incanto di altri palazzi che sono stati donati alla città di Firenze da altri collezionisti come Bardini, Horne, Stibbert, con le loro splendide collezioni d’arte. Un patrimonio che documenta il gusto della classe media colta fiorentina della metà del Novecento e che consente al pubblico una visita affascinante in una casa museo tra i tesori privati dello 007 dell’arte.

Quella stessa palazzina sul Lungarno Serristori fu centrale operativa dei partigiani impegnati contro le operazioni del Kunstschutz, la Protezione artistica. Sospettato dalle milizie fasciste dall’aprile al giugno 1944 Siviero viene imprigionato e torturato. Riuscì però a resistere agli interrogatori e, grazie all’ intervento di ufficiali repubblichini che in realtà collaboravano con gli anglo-americani, fu rilasciato, riprendendo la sua attività di agente segreto.

Dopo la Liberazione, grazie ai meriti acquisti nel periodo delle Resistenza e ai rapporti di fiducia e stima stabiliti con gli alleati, Siviero fu scelto dal Governo Italiano come la persona più idonea a trattare il problema della restituzione al nostro paese delle opere d’arte trafugate durante la guerra. E in continuità con quell’impegno, proprio di recente il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, ha restituito a Casa Siviero, un dipinto, olio su tavola, raffigurante “Madonna col Bambino e Santi” del XVI secolo, rubato dal museo negli anni ’90 del secolo scorso.

Olga Mugnaini