Fondazione CariFirenze, linfa vitale per la città "Disegniamo insieme il futuro Rinascimento"

Intervista al presidente Luigi Salvadori

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di Olga Mugnaini

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Presidente Luigi Salvadori, come mai la Fondazione CR Firenze, che guida da quasi due anni, ha deciso di partecipare al progetto ‘Orizzonte Rinascimento’?

"I motivi sono molteplici e, tra questi, vi sono certamente il prestigio della società editoriale che promuove l’iniziativa, l’attualità dei temi trattati e l’autorevolezza dei relatori. Aggiungerei anche che siamo stati stimolati dal nostro desiderio di confrontarci con interlocutori di primo piano su come disegnare il nostro futuro, sia a livello locale che nazionale, in questo momento che purtroppo è unico nella nostra storia recente, ma non per questo meno stimolante".

Del resto la Fondazione, da sempre, svolge un ruolo propulsivo e di stimolo verso le nuove sfide che hanno attraversato il territorio di Firenze e la Toscana.

"È vero. Nei nostri cinque ambiti di intervento, previsti dallo statuto (Arte e beni culturali; Volontariato, filantropia, beneficienza; Ricerca scientifica e tecnologica; Educazione, istruzione e formazione; Protezione e qualità ambientale) abbiamo sempre cercato di guardare avanti, sostenendo e, dove possibile, anticipando tendenze e scenari che poi si sono verificati nel corso degli anni. Solo per citare alcuni esempi di progetti in corso ricordo la prossima apertura del Granaio dell’abbondanza, nella ex caserma Cavalli in Oltrarno, che ospita un hub dedicato interamente alla tecnologia digitale e il programma ‘Tuttomeritomio’ che promuoviamo assieme ad Intesa Sanpaolo e che è una vera novità in ambito nazionale in quanto sostiene economicamente il percorso di studi di giovani talenti che non potrebbero permetterselo perché vivono in famiglie in difficoltà economiche".

E per quanto riguarda l’emergenza economica che è stata provocata dal Covid anche nel territorio fiorentino?

"E abbiamo varato, anche in questa occasione assieme a Intesa Sanpaolo, un impegnativo piano di economia civile da 60 milioni di euro con un’alta valenza sociale chiamato per l’appunto ‘Rinascimento Firenze’ che costituisce anch’esso una novità nel piano di interventi di questo tipo a livello nazionale. È appena uscito il primo dei cinque bandi previsti dal programma e che è rivolto all’artigianato artistico al quale è destinato fino ad un milione di euro a fondo perduto. Sono in preparazione gli altri quattro bandi che interessano, rispettivamente, altri importanti settori dell’economia cittadina quali il turismo e la filiera culturale; la moda e il lifestyle; il mondo delle start e della tecnologia; l’agroindustria".

Il filo rosso che lega questi due progetti sembra essere l’innovazione, il digitale e la formazione delle nuove generazioni. È così?

"Quella della formazione è una delle sfide più grosse che tutti, soprattutto a livello nazionale, siamo chiamati ad affrontare in questa congiuntura resa ancora più drammatica dall’emergenza sanitaria. E noi ce la stiamo mettendo tutta per quello che possiamo fare e con i mezzi che abbiamo perché la valorizzazione del capitale umano, nelle sue diverse declinazioni, è oggi una delle missioni strategiche che, chi ha una responsabilità verso la società, deve perseguire per il bene del Paese. E non possiamo perdere tempo".

Come è cambiata la fisionomia della Fondazione rispetto alla sua nascita?

"Certamente il nostro riferimento continua ad essere lo statuto che ci invita a ‘perseguire esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico del territorio attraverso interventi ed attività a favore della qualità della vita e dello sviluppo sostenibile ...’. Ma intendiamo proseguire il processo, avviato dal mio predecessore Umberto Tombari, di essere sempre più motori di sviluppo del territorio senza dimenticare la nostra storia e le nostre origini".

Quindi, come vi ponete?

"Rimaniamo quel fondamentale soggetto che cerca di garantire la linfa vitale necessaria per sostenere il ricco tessuto delle organizzazioni, istituzioni, ecc. operanti nei diversi ambiti, ma desideriamo anche intervenire con strumenti nuovi e con una progettualità tutta nostra, pur collaborando con istituzioni pubbliche e private, quando lo richiedono le urgenze del momento. Spesso le Fondazioni di origine bancaria sono messe sul banco degli imputati, ma in questi anni – e soprattutto per la pandemia - sono state un sostegno determinante per le Istituzioni del nostro Paese e questo ruolo ci è stato ultimamente riconosciuto in maniera unanime".