E il sughero trovò casa Diasen alle radici del green

Il gruppo marchigiano utilizza la materia prima sia come isolante che per gli arredi

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L’intuizione del sughero come isolante termico e perfino elemento di arredo nei rivestimenti di case e uffici sempre più ecocompatibili. È solo uno dei segreti del crescente successo nello sviluppo delle soluzioni green di ‘Diasen’, la piccola grande realtà dell’entroterra montano delle Marche che guarda al mondo e conquista i mercati ben oltre il confine nazionale.

Taglia il traguardo dei vent’anni l’azienda-famiglia, il cui giovane capitano d’impresa Diego Mingarelli ha voluto festeggiare in grande, peraltro nel giorno del suo compleanno, con una kermesse al teatro Gentile di Fabriano incentrata proprio sul connubio tra industria e ambiente a cui non è voluto mancare il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia. «I risultati raggiunti da Diasen – evidenzia il numero uno degli industriali del Belpaese – testimoniano come sia possibile conciliare crescita economica e attenzione all’ambiente nel rispetto dell’interesse generale: la sfida, colta e vinta da questa impresa, è affermare un concetto di sostenibilità equilibrato, dove ambiente, economia e società si integrano e si rafforzano l’un l’altro».

L’obiettivo di Confindustria – aggiunge Boccia – è perseguire un nuovo umanesimo economico basato sulla capacità di usare la crescita per ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà rilanciando il lavoro a partire dai giovani». Parole che suonano come un ennesimo attestato per una realtà di provincia capace di affondare le sue radici nel cuore dell’Appennino, ma al tempo stesso di aprire lo sguardo verso un orizzonte sconfinato. «Siamo il risultato – sorride Mingarelli – di una scelta coraggiosa, quella di investire sulla sostenibilità dei nostri prodotti quando quasi nessuno nel mondo dell’edilizia lo credeva possibile e pochi erano disposti a fare da pionieri e precursori della scelta verde. Essere stati tra gli anticipatori ci riempie di orgoglio, perché grazie a questa differenza, basata sull’innovazione continua, siamo stati capaci di competere con successo e di guardare avanti con fiducia».

Un percorso, insomma, che parte da lontano, in quanto già nel 2012 l’impresa si è aggiudicata il «Good energy awards» per aver concentrato l’impegno su ricerca e investimenti nello sviluppo di soluzioni green-oriented. L’intonaco termico a base di sughero Diathonite Evolution nel 2013 è stato, invece, il primo a ricevere l’’Avis technique’, prestigiosa certificazione rilasciata dall’Ente scientifico e tecnico dell’edilizia, mentre nel 2014 il rapporto «Green Italy» ha inserito Diasen nella top cento delle aziende italiane ecocompatibili. «Abbiamo scelto – aggiunge Mingarelli – di concentrarci su una materia prima naturale e meravigliosa come il sughero, recuperando la tradizione antica e arricchendola di tecnologia e modernità, con l’obiettivo di rispondere ai bisogni di benessere abitativo delle persone».

Ed è proprio dagli scarti della lavorazione dei tappi di sughero che Diasen realizza i suoi prodotti di rivestimento di pareti interne ed esterne agli edifici. Una filiera di nicchia che, come afferma Carlo Robiglio, presidente di ‘Piccola industria’ di Confindustria, a margine del convegno «può diventare importante, come tutto ciò che oggi è sostenibile. Le piccole imprese sono molto più avanti di quanto si pensi sul tema del riciclo perché hanno capito anche prima di altri che fare efficienza è una modalità per essere competitivi sui mercati globali».

Ecco perché piccolo è bello e anche ecologico, grazie soprattutto ad una squadra top. «Le persone che lavorano in Diasen - é il messaggio di Mingarelli per il brindisi augurale per il doppio decennio di attività - con la loro energia e la voglia di guardare al futuro, ci hanno consentito di innovare, costruire, trovare nuovi spazi. Loro sono i veri protagonisti di quello che è stato e di quello che sarà e li ringrazio con tutto me stesso. Con loro, i nostri marinai di foresta, vogliamo salpare per i prossimi venti anni per sfidare quell’orizzonte che sarà sempre in movimento».