
Origini e storia della Giornata internazionale della donna
Roma, 7 marzo 2025 – Ogni anno l’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, un'occasione per riflettere sui diritti conquistati, ma anche sulle sfide ancora da affrontare. Le origini della giornata sono legate alle lotte operaie e alla battaglia per l'uguaglianza di genere: una questione, a dire il vero, ancora aperta, su cui c’è molto da fare.
Dai mass media alla pubblicità, nell’uso comune si continua a parlare di festa. In realtà, più correttamente dovremmo fare riferimento alla Giornata Internazionale della Donna. Una chance da cogliere per fare il punto della situazione: riflettere, sensibilizzare e, in una parola, lavorare per il cambiamento attraverso una consapevolezza più profonda a livello personale e sociale.
Oggi l’8 marzo non è solo un giorno in cui ricordare le conquiste sociali e i diritti ottenuti nel tempo, ma anche un’occasione per accendere l’attenzione su temi ancora irrisolti, come la disparità salariale, i diritti riproduttivi, le discriminazioni e la violenza contro le donne. Sfide che, nonostante i progressi, restano aperte e richiedono un impegno costante.
Perché celebriamo l’8 marzo?
L'idea di una giornata dedicata ai diritti delle donne nacque nei primi anni del Novecento, in un periodo segnato dalle lotte operaie per ottenere migliori condizioni di lavoro e per il diritto di voto. Nel 1910, durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste a Copenaghen, l’attivista Clara Zetkin propose di istituire una giornata internazionale per promuovere l’uguaglianza di genere. La proposta venne accolta, ma senza fissare una data precisa.
La prima celebrazione ufficiale si tenne nel 1911 in diversi Paesi europei, tra cui Germania, Austria, Danimarca e Svizzera, con manifestazioni a sostegno del suffragio femminile e dei diritti delle lavoratrici. Nel 1915, oltre 1300 donne provenienti da 12 Paesi si riunirono a L'Aia per il Congresso Internazionale delle Donne per la Pace, sottolineando il ruolo femminile nei movimenti pacifisti e nei diritti civili.
L'8 marzo si affermò come data simbolo dopo la Rivoluzione Russa del 1917, quando il 23 febbraio (secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia, corrispondente all'8 marzo del calendario gregoriano) migliaia di donne di San Pietroburgo scesero in piazza per protestare contro la guerra, la scarsità di cibo e le dure condizioni di vita. Lo sciopero delle donne, noto con lo slogan "Pane e Pace", contribuì a innescare un'ondata di manifestazioni operaie e insurrezioni popolari che, pochi giorni dopo, portarono alla caduta dello zar Nicola II e all'inizio della fase rivoluzionaria.
Nel 1921, durante una conferenza delle donne comuniste a Mosca, la rivoluzionaria Aleksandra Kollontaj propose di ufficializzare l’8 marzo come Giornata Internazionale della Donna, in memoria del ruolo delle donne nella rivoluzione russa. Negli anni successivi, l’evento si diffuse a livello globale, evolvendosi fino a diventare la ricorrenza odierna, riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 1977.
Il mito dell'incendio in fabbrica
Una delle storie più diffuse sull'origine della Festa della Donna riguarda un presunto incendio avvenuto l'8 marzo 1908 in una fabbrica tessile di New York, dove sarebbero morte centinaia di operaie. Tuttavia, non esistono prove storiche che confermino questo evento, così come non è documentata una manifestazione, nei giorni successivi, a New York.
L'incendio più noto legato alle lotte femminili avvenne, in realtà, il 25 marzo 1911, alla Triangle Shirtwaist Company di New York, dove 146 lavoratori, perlopiù donne, persero la vita a causa delle scarse misure di sicurezza. L’episodio contribuì a rafforzare le richieste di migliori condizioni lavorative, ma non fu direttamente collegato alla nascita di una giornata dedicata alle donne.
Come si festeggia la Festa della Donna nel mondo?
Ogni Paese celebra l'8 marzo con tradizioni diverse, mantenendo al centro il riconoscimento del ruolo delle donne nella società. In Italia, la mimosa viene regalata alle donne come simbolo di rispetto e riconoscenza, mentre in Russia la giornata è considerata una vera e propria festa nazionale, con fiori e regali per madri, mogli e colleghe.
Negli Stati Uniti, l’intero mese di marzo è dedicato alla "Women's History Month", con eventi culturali e iniziative educative. Nei Paesi scandinavi la giornata è spesso occasione per manifestazioni a sostegno dell’uguaglianza di genere e dei diritti delle donne.
In diversi Paesi la mimosa non è il fiore simbolo della ricorrenza. Per esempio, in Russia e in molti stati dell’Europa dell’Est si regalano tulipani o rose, mentre in altri luoghi sono i gigli o le orchidee a rappresentare la femminilità e la forza.
Perché la mimosa
La mimosa è diventata il simbolo della Festa della Donna in Italia grazie a una scelta fatta nel 1946 dall’Unione Donne Italiane (UDI). Dopo la Seconda guerra mondiale, l’UDI cercava un fiore che potesse rappresentare questa giornata in modo semplice, immediato e accessibile a tutti.
La mimosa fu scelta per diversi motivi. Innanzitutto, fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, rendendola facilmente reperibile nel periodo della celebrazione. È un fiore economico rispetto ad altri e quindi alla portata di tutte le persone, indipendentemente dalla classe sociale. La sua resistenza e capacità di crescere anche in condizioni difficili furono viste come un simbolo di forza e resilienza.
Un altro aspetto significativo è che la mimosa cresce in grappoli, con tanti piccoli fiori uniti tra loro. Questa caratteristica è stata interpretata come una rappresentazione della solidarietà femminile, dell’unione tra donne nella lotta per i diritti e per l’uguaglianza.
La scelta fu proposta da due donne impegnate nella politica e nel movimento femminista dell'epoca: Teresa Mattei e Rita Montagnana, le quali desideravano un simbolo differente rispetto alle rose o alle violette, usate in altri Paesi. Di qui la scelta della mimosa, con il suo colore giallo brillante, in grado di trasmettere un senso di energia, speranza e positività.