Mercoledì 24 Aprile 2024

Moda maschile Il Made in Italy fa scacco alla crisi

Moda maschile  Il Made in Italy  fa scacco alla crisi

Moda maschile Il Made in Italy fa scacco alla crisi

di Claudio

Marenzi*

La parola ’recessione’ ricorre nella maggior parte delle previsioni per il nuovo anno. Il primo giorno dell’anno, in un’intervista rilasciata alla CBS, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva ha così sintetizzato l’opinione delle istituzioni finanziarie internazionali e dei previsori: “I 3 maggiori motori dell’economia mondiale, USA, Europa e Cina nel 2023 rallenteranno contemporaneamente; 13 dell’economia mondiale entrerà in recessione”.

Tuttavia, in un contesto generale che si presenta complesso per l’economia globale, non mancano segnali che consentono di attenuare le preoccupazioni. Alcuni riguardano l’economia nel suo insieme, altri più specificamente l’industria della moda italiana e la moda maschile. Vediamo i primi. Le crisi dell’ultimo triennio, pandemia, intasamento e interruzione delle catene logistiche globali, crescita dei prezzi delle materie prime, invasione dell’Ucraina e crisi energetica hanno indotto un grande miglioramento della capacità di reazione e di resilienza dell’economia in Europa.

La rapida approvazione del Recovery Fund, che ha dato luogo ai PNRR, ne è un esempio chiaro, così come la volontà di coesione sperimentata nella reazione all’invasione dell’Ucraina e alla sfida della indipendenza dalle fonti energetiche russe. La rapidità di decisione e di convergenza delle politiche dei paesi europei hanno superato le vecchie barriere e burocratismi in modo impensabile prima delle crisi. Il risultato è che la ripresa economica dopo i picchi della pandemia è stata molto rapida, anticipata di circa un anno rispetto alle previsioni; nel fronteggiare la crisi energetica dopo l’invasione dell’Ucraina in pochi mesi si è raggiunto un tasso di autonomia dalla Russia nelle fonti energetiche anche in questo caso molto più rapidamente di quanto fosse previsto.

Anche i rischi per i Paesi caratterizzati come l’Italia da un elevato debito pubblico derivanti dai rialzi dei tassi di interesse decisi dalla BCE sono oggi meno acuti, ce lo ha ricordato in questi giorni Davide Serra del fondo Algebris. È, appunto, cambiato il contesto: l’eredità dal governo Draghi, l’attuazione delle prime riforme previste dal PNRR e la capacità di risposta alla pandemia e la conseguente ripresa dell’industria, hanno aumentato la credibilità dell’Italia sui mercati.

Venendo alle capacità di ripresa dell’industria italiana, la moda ha finora resistito molto bene alle pressioni negative della congiuntura internazionale del 2022. Anche nel 3° trimestre, in cui i previsori collocavano una crescita zero o una flessione, il fatturato è cresciuto del 19% rispetto all’anno precedente e i dati di settembre e ottobre, con una crescita superiore al 20% ci consegnano un’uscita dal 2022 a pieno ritmo. E non si è trattato di un fenomeno gonfiato dall’inflazione, ma nella moda si è limitata (dati dei primi 10 mesi) al +9% per i prezzi industriali e al +3% per i prezzi al consumo.

I dati di Confindustria Moda confermano poi una crescita significativa anche per la moda maschile, stimata al +20% per l’insieme del 2022, con un consuntivo dei primi 9 mesi dell’export in aumento: sui mercati europei (+27,7%), addirittura + 70,9% verso gli Usa e +40,3% verso la Corea. Anche verso la Cina l’export della moda maschile italiana è cresciuto del +17,4%. Ci si può attendere che nel 2023 l’abbandono della linea Zero-Covid rianimi il mercato interno del Paese, malgrado l’aumento dei contagi.

Un altro segnale incoraggiante è la risalita negli ultimi due mesi del 2022 dell’indice di fiducia dei consumatori in Ue, inclusi i consumatori italiani. Per la moda italiana non si può sperare in un 2023 altrettanto buono e di forte crescita come il 2022, ma ci sono tutti i margini, una volta superate le incertezze di inizio anno, per un risultato soddisfacente. A condizione che le scelte di politica economica, nazionale ed europea, si mantengano nel solco di quelle che, con successo, ci hanno permesso di superare le crisi, di gravità senza precedenti, che abbiamo affrontato nell’ultimo triennio.

*Presidente di Pitti Immagine