Firenze cantiere aperto La città cresce con Pitti e la filiera di eccellenza

di Paola Fichera

Pitti Uomo 103, prima edizione senza prescrizioni per Covid ma in un contesto minato dalla guerra in Ucraina. Ne parliamo con il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

Sindaco, che Salone sarà questo per Firenze?

"Questa edizione arriva dopo due anni molto critici nei quali ha lottato insieme a tutto il comparto moda, uno dei più danneggiati dalla pandemia. Ora che la situazione sanitaria si è normalizzata, ci aspettiamo un’edizione che non solo torni ai numeri e all’effervescenza del passato ma anzi li superi. Più che di ripartenza vorrei parlare di accelerazione. Pitti non è una manifestazione che si esaurisce in pochi giorni ma un momento fondamentale della vita della città che deve legarsi sempre di più con la sua vita sociale, con la sua cultura e con il mondo del nostro artigianato".

Visitatori e buyers crescono, ma non sono più quelli di qualche anno fa. La moda ha superato il momento più negativo?

"I numeri ci confortano. La moda è tornata una filiera con il segno più, import ed export italiano sono cresciuti e ci aspettiamo altra crescita nel 2023. Il comparto ha tenuto soprattutto grazie a qualità e forza delle esportazioni del nostro territorio. E se l’export è la nostra forza, la filiera produttiva il nostro valore aggiunto nel mondo".

La moda ormai più che Firenze sempre trovare sempre più spazi nell’area metropolitana.

"Voglio sottolineare ancora una volta che il nostro territorio è un unicum dove possiamo avere tutti i diversi settori della filiera produttiva: il sistema della formazione con le scuole – sempre più centrale nel sistema moda e Made in Italy –, le competenze, le aziende piccole e i brand internazionali, la creatività e la storia. Gli investimenti di grandi gruppi come LVMH e Kering lo dimostrano, a Scandicci c’è l’art lab, a Bagno a Ripoli ha aperto il nuovo stabilimento di Fendi, in centro è aperta l’accademia dei mestieri di Louis Vuitton che nel frattempo ha trovato ‘casa’ a Pontassieve con un nuovo atelier che diventerà il principale sito di produzione interamente dedicato alla pelletteria della maison in Italia".

E il rapporto con Milano? Dal punto di vista culturale ci sono state alcune mostre in comune e alcuni scambi di opere. E per la moda?

"È vero, la cultura è stata centrale nel 2022 nel nostro rapporto con Milano, anche grazie al nostro ex assessore Tommaso Sacchi che ha mantenuto con Firenze uno stretto legame. Come sempre Firenze con Pitti Uomo e subito a seguire la Fashion Week di Milano inaugurano di fatto l’anno italiano della moda. Sono convinto che Firenze e Milano debbano lavorare insieme, il Made in Italy ha bisogno della forza delle sue città, non della loro divisione".

Pitti è una vetrina internazionale. Firenze come l’accoglie?

"Firenze continua il processo di trasformazione che ha lanciato negli ultimi anni. Molti progetti sono partiti o stanno partendo. Pensiamo alla tramvia: appena pochi anni fa inauguravamo la linea che corre lungo la Fortezza da Basso. Oggi sono già partiti i cantieri per il tratto verso Bagno a Ripoli. Poi c’è la Fortezza, monumento dall’enorme valore artistico e architettonico: prosegue l’impegno per una sua piena valorizzazione quale centro polifunzionale. Poche settimane fa è stato approvato il progetto esecutivo del nuovo Padiglione Bellavista, investimento da 26 milioni di euro: prevista la realizzazione di una sala congressuale da oltre 2500 posti, una espositiva, un sistema di percorsi esterni, giardini pensili, terrazze e aree verdi per massimizzare funzionalità e recupero monumentale. Entro giugno mandiamo in gara anche il nuovo padiglione Machiavelli, entro l’anno tocca al Cavaniglia. I capitolati prevedono di gestire i cantieri in modo da non interrompere le attività fieristiche".

Nei prossimi mesi si aspettano novità sui vertici di Pitti Immagine.

"Attendiamo il futuro cambio del gruppo dirigente. Sono certo che anche quello sarà un momento sfidante".