La Bagnaia (Siena), 25 maggio 2018 - La qualità contro le fake news. L'alto standard dei giornalisti, delle inchieste e delle notizie contro le false notizie che circolano in Rete e inquinano il panorama soprattutto politico.
Sul palco della Bagnaia uno dei momenti più alti è il confronto tra i direttori dei maggiori giornali Usa: Gerard Baker per il Wall Street Journal, Dean Baquet per il New York Times e Martin Baron per il Washington Post. A moderare il dibattito, Maurizio Molinari, direttore de La Stampa.
"La questione - dice Baron - è quella di capire che la verità esiste. Noi abbiamo valori tradizionali, valori che teniamo come priorità sin da quando è stato fondato il giornale". L'avvento della Rete, dei social network, di modi sempre più tecnologici per dare e ricevere notizie non ha insomma scalfito il credo dei giornali Usa: dire la verità ai lettori, approfondire, non scendere a compromessi.
"Crediamo che esista la verità oggettiva e vogliamo darla - dice Gerard Baker -. Abbiamo è vero responsabilità anche nel coinvolgere i lettori, ma per noi è primaria l'affidabilità. La libera stampa deve essere capace di interrogare i governi. Dobbiamo raccontare ciò che non va, raccontare le truffe". Quello che i media americani perseguono è poi mettere il lettore al centro: "Dipendiamo molto di più dai lettori. Un tempo la pubblicità era uno dei nostri pensieri principali, i ricavi arrivavano da lì e ci eravamo allontanati dai lettori. Dobbiamo tenerci stretti i valori e correre il rischio di innovare al massimo".
Si parla anche dei profitti e di come oggi i giornali possano guadagnare. "E' importante puntare sugli abbonamenti - dice Martin Baron - Limitiamo le storie e gli articoli che i lettori possono vedere su internet mettendone sempre di più a pagamento. I lettori sono disposti a pagare. Per questo quello passato è stato il primo anno di profitti dopo dieci anni. Profitti che abbiamo reinvestito per aumentare la qualità".
"Molti giornali negli Usa hanno tagliato e tagliato - dice Dean Baquet - E quando hanno deciso di far pagare i lettori ormai non avevano più qualità al loro interno".
La conseguenza di tutto questo è che i giornali diventano negli Usa sempre più community. Non semplici quotidiani di carta o siti, ma luoghi in cui i lettori possono ritrovare i valori in cui si riconoscono. L'antidoto più potente alle fake news. Ai direttori Usa non piace questo termine, anche se tutti ormai lo usano ed è universalmente conosciuto. "Credo - dice Martin Baron - che le fake news siano una minaccia. Si può dissentire sulle politiche da adottare, ma non su certi valori fondanti e comuni. Questo purtroppo accade oggi ed è preoccupante".