Martedì 23 Aprile 2024

Olimpiadi invernali 2018, Sofia Goggia: "Ho coronato un sogno"

La campionessa di Bergamo erede di Zeno Colò. "La pressione? Ero tranquilla, chi mi vuole bene è sempre al mio fianco".

Sofia Goggia (Lapresse)

Sofia Goggia (Lapresse)

PyeongChang, 21 febbraio 2018 - Era dal 1952, Zeno Colò, che l’Italia non vinceva una medaglia d’oro nella disciplina regina dello sci alpino, la discesa libera. Ha rotto l’incantesimo Sofia Goggia da Bergamo, la ragazza prodigio dello sci azzurro che nel 2013, a soli 23 anni, sembrava destinata al ritiro: troppi infortuni, già quattro operazioni e un ginocchio che non ne voleva sapere di mettersi a posto. La sua caparbietà però l’ha portata prima a rialzarsi e infine sul tetto del mondo, dopo aver messo a segno la scorsa stagione la prima vittoria in Coppa del Mondo (proprio qui a Pyeongchang), il record assoluto di punti per un’azzurra nella classifica generale (1197) e il record di podi stagionali (13). Era arrivato un bronzo in gigante ai Mondiali di St. Moritz lo scorso anno, ma Sofia voleva di più.

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Ecco perché qui in Corea del Sud la Goggia, ai Giochi Olimpici di Pyeongchang era la più attesa, con la pressione che gara dopo gara, delusione dopo delusione andava aumentando. Sofia Goggia però, oggi, è la più forte. Non solo sugli sci da discesa, ma anche mentalmente. Perché sopportare il peso di un’intera nazione che le chiedeva di riportare un oro che mancava allo sci alpino dal 2010, a quello femminile addirittura dal 2002 e che mai era giunto dalle discesiste era un’impresa più grande di arrivare prima al traguardo. Ce l’ha fatta con una condotta di gara perfetta, alla sua maniera: partenza tranquilla e poi giù tutto il gas, con un tempo che dal terzo intermedio fino al traguardo è stato irraggiungibile per tutte le altre. Mowinckel compresa, la norvegese scesa col pettorale numero 19 quando i giochi sembravano ormai fatti, Goggia prima e Vonn seconda. E invece è rimasta incollata ai tempi di Sofia fino al traguardo, dietro di soli 9 centesimi allo storico 1’39”22 della nostra nuova campionessa.

Goggia: "Da pasticciona a samurai" L’AMULETO. "Il segreto? Questo tappo" scherza la Goggia dopo la cerimonia del podio, col suo solito sorriso guascone. Un banalissimo tappo di sughero: "Quello della prima vittoria in carriera: proprio qui l’anno scorso – racconta Sofia – una dirigente sudcoreana me l’aveva portato dopo che avevo stappato lo champagne. Mi ha detto di riportarglielo solo dopo una medaglia quest’anno: il giorno del superg lo avevo lasciato nella borsa all’arrivo, oggi l’avevo con me in partenza". Un amuleto molto meno decisivo rispetto al suo lavoro, alla sua voglia di primeggiare e riemergere, dopo il crociato rotto a Lake Louis nel 2013. CONCENTRAZIONE. "Sono stata molto presente su ciò che dovevo fare. Dopo il supergigante avevo la sensazione di aver sciato bene e nonostante sia un periodo in cui ho spesso dolore al ginocchio ero tranquilla, anche perché quando metto scarponi e sci il dolore scompare e mi fido delle mie gambe". La consapevolezza di aver fatto tutto quello che era necessario fare l’ha portata serena al cancelletto di partenza: "Da quest’estate mi sono allenata sempre bene, l’importante è quello che ti porti dietro al cancelletto di partenza". Talmente concentrata che ancora non riesce a capacitarsi dell’impresa, nella sala interviste di Jeongseon: "Ho vinto un’Olimpiade, ancora non me ne rendo conto ragazzi" ride la campionessa di Bergamo.

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VAI ALLO SPECIALE OLIMPIADI PRESSIONE. E la pressione, le attese di un paese intero? "Quelli che mi vogliono bene, mi vogliono bene lo stesso, sia che io alle Olimpiadi vinca medaglie sia che torni a casa senza. Questa consapevolezza mi ha fatto affrontare le gare, anche la discesa, con una grande calma".

image SOGNI E FESTE. "Sono sempre quella bambina che a 6 anni, sulle piste di Foppolo, sognava di diventare campionessa olimpica. Ce l’ho fatta: ma rimarrò la solita Sofia Goggia che tutti conoscete, anche se ora ci sarà un’esposizione mediatica diversa". Per la festa in Corea non c’è tempo. Si farà a Bergamo, magari con l’amica di sempre? «Con Michela Moioli tireremo giù qualche locale finita la stagione» ride di gusto la regina di Pyeongchang.