
La Fish (Federazione Italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie) è un’organizzazione ’ombrello’ alla quale aderiscono alcune...
La Fish (Federazione Italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie) è un’organizzazione ’ombrello’ alla quale aderiscono alcune tra le associazioni più rappresentative impegnate, a livello nazionale e locale, in politiche mirate all’inclusione sociale delle persone con differenti disabilità.
I suoi valori principali sono la tutela e la promozione dei diritti umani e civili, l’inclusione sociale, le pari opportunità, l’empowerment, il contrasto alla discriminazione e la lotta all’impoverimento. Del tema della riforma ne parliamo con Vincenzo Falabella, presidente della Fish.
Presidente, qual è la vostra valutazione generale sulla nuova riforma della disabilità?
"La riforma costituisce un progresso rilevante nel percorso verso una società più inclusiva e accessibile. La nuova normativa adotta una prospettiva più dinamica, centrata sulle capacità personali e sul funzionamento dell’individuo nel contesto sociale. Tuttavia, il successo della riforma non può essere dato per scontato: la sua efficacia dipenderà in larga misura dalla corretta attuazione a livello operativo".
Come valutate l’istituzione del nuovo certificato medico introduttivo come unico requisito per avviare il riconoscimento della disabilità?
"Questo cambiamento può contribuire a ridurre significativamente i tempi di attesa e le difficoltà che le persone con disabilità e le loro famiglie affrontano nell’accesso a servizi e benefici. Tuttavia, perché questa innovazione produca i suoi effetti positivi in modo pieno ed equo, è fondamentale che il certificato sia strutturato in modo chiaro, esaustivo e univoco. Una definizione troppo generica o ambigua delle condizioni di disabilità potrebbe, infatti, generare discrepanze nella valutazione da parte di diversi enti o commissioni mediche, rischiando di riproporre quelle disomogeneità territoriali che la riforma intende superare".
La riforma prevede l’eliminazione di alcune visite di ’rivedibilità’ per determinate patologie. Qual è la vostra opinione su questa modifica?
"Una decisione particolarmente vantaggiosa per le persone con disabilità, poiché evita inutili ripetizioni di accertamenti medici che, oltre a essere spesso privi di reale utilità clinica, rappresentano un ulteriore carico di stress e burocrazia. L’eliminazione delle visite ridondanti è un passo importante verso un sistema più rispettoso delle esigenze delle persone con disabilità: la nuova riforma non solo semplifica l’iter amministrativo, ma valorizza il principio di dignità e autonomia delle persone con disabilità".
Quali suggerimenti proporreste per migliorare ulteriormente la riforma?
"E’ indispensabile creare piattaforme digitali realmente accessibili che offrano contenuti chiari e di facile comprensione, con informazioni costantemente aggiornate e servizi di assistenza personalizzata. La formazione degli operatori, inoltre, deve diventare un processo continuo e sistematico. Importante anche la possibilità di istituire un osservatorio indipendente, un elemento cruciale per analizzare dati qualitativi e quantitativi, identificare tempestivamente criticità, misurare l’impatto sociale della riforma e proporre miglioramenti basati su evidenze".
Giulia Prete