Mercoledì 24 Aprile 2024

"Non sono il favorito, ma io non ho paura"

Morbidelli vuole tornare quello del 2020: "Ci sono i margini per crescere, io punto a dare il massimo nella fossa dei leoni"

di Marco Galvani

Il blu scuro che sfuma nel nero. Non saranno i colori (calcisticamente) preferiti, ma sulla M1 gli donano comunque. Lui, Franco Morbidelli, la Roma nel cuore e il talento di correre in moto nel polso e nel Dna. Lui, vice campione del Mondo nel 2020 con la Yamaha Petronas dietro alla Suzuki di Joan Mir, sopravvissuto a un 2021 tormentato da guai tecnici e dalla rottura del legamento crociato sinistro e del menisco che lo aveva spedito dritto sotto i ferri alla vigilia del Gp di Assen.

Poi la promozione sul campo a stagione in corso. Meritata. Nel team ufficiale. Al fianco del suo ex compagno di squadra che oggi è il campione del mondo, Fabio Quartararo. Ora si parte dall’inizio. Il ginocchio sta meglio, con la M1 la confidenza comincia a ingranare "a piccoli passi" anche se ancora deve trovare la quadra per essere veloce con le gomme nuove: "Nei test non abbiamo avuto molto tempo per provare troppi time attack perché ci siamo concentrati a migliorare la moto e il feeling, apportando piccole modifiche con Patrick (Primmer, suo nuovo capotecnico, ndr) per capire bene cosa voglio".

Serve tempo. Perché "la M1 di quest’anno è molto simile a quella del 2021, ma molto diversa dalla 2019, che è quella con cui ho corso principalmente negli ultimi due anni. Comunque ci sono grandi margini di miglioramento".

Nell’altra metà del box c’è stato meno ottimismo nei test pre-campionato, ma Franky non nasconde che "avere Dovizioso sulla Yamaha WithU è importante perché lui è un gran pilota". Certo, "mi mancherà Valentino", che per Morbidelli è sempre stato "un punto di riferimento". In pista, ma anche nella vita. E’ Vale che l’ha ‘salvato’ e l’ha scoperto. Quando si sono conosciuti, Franky aveva appena vinto il campionato della Stock 600 e il suo destino sportivo era in Superbike. Ma quando suo padre Livio "ha compiuto il gesto" (come ha sempre detto quando ha voluto raccontare la tragedia famigliare che lo ha colpito) Vale lo ha invitato nella sua pizzeria a Tavullia e gli ha detto: "A te ci penso io, voglio seguirti e provare a portarti in Moto2". Lui rispose con un sorriso di gratitudine e basta. Ha sempre detto che "se non ci fosse stata la Academy, la mia famiglia, la mia fidanzata e tutti quelli che hanno creduto in me, oggi non so dove sarei".

Vero. Ma in pista c’è sempre stato solo lui. Venuto su dalla Serie B. Ora è pronto a giocarsi il titolo. Anche se il Mondiale preferisce ancora non nominarlo: "Punto a dare il massimo, poi si vedrà". Intanto "il primo obiettivo è tornare quello del 2020". Pazienza e umiltà. Si considera ancora "underdog". I favori del pronostico li lascia agli altri: "La concorrenza quest’anno è tanta e forte a cominciare da Quartararo. E poi ‘Pecco’ Bagnaia, Marc Marquez, Jack Miller e Johann Zarco. Una fossa dei leoni, ma io non ho paura".