Mercoledì 24 Aprile 2024

La sfida di Marini, il VR46 è affare di famiglia

Luca insieme a Bezzecchi nel Team che per la prima volta affronta la MotoGp: l’Academy punta in alto con la Ducati siglata Mooney

di Riccardo Galli

C’è il marchio di Vale sull’operazione Desmo. E non solo per il numero, il suo numero, che in questa stagione debutta in MotoGp con il Team VR46, segnato Mooney e timbrato Bardahl.

Già, perché in sella a una di quelle Ducati che il team di Rossi ha scelto per il gran salto nella classe regina, c’è in sella suo fratello, Luca Marini.

E sia chiaro che la presenza nel Team VR46 di Luca non è solo una... questione di famiglia. Macchè. Marini (e con lui l’altro figlio dell’Academy, Bezzecchi, anche lui atteso da una stagione che non concederà sconti) è semplicemente e realisticamente il pilota su cui Valentino e il gruppo di sponsor a seguito, hanno deciso di puntare con decisione. Luca è bravo, ha un maestro (e fratello) unico e in questo 2022 si è preso una moto (appunto una Desmosedici) che può permettergli di sognare qualcosa di molto buono e di importante. Il processo di crescita di Marini, insomma, porta l’Academy di Rossi oltre che a compiere il salto in avanti più pregiato, ad affrontarlo con le motivazioni e le ambizioni giuste.

Marini – proprio come il marchio Bardhal che di fatto corre accanto alla scuola di Valentino con l’obiettivo di prendersi risultati a cinque stelle – sa quanto sarà decisivo per lui e per tutto il mondo della VR46 fare al massimo e ottenere il meglio da questo 2022. Ma il ragazzo ha carattere da vendere. Freddo al punto giusto, calcolatore geniale e soprattutto un rapporto con il gas da top rider, Marini segnerà il debutto come titolare-dirigente in MotoGp del fratello, cercando di portarsi a casa e al ranch quei risultati sui quali l’Academy (sotto l’occhio attento di Uccio Salucci) ha investito con decisione e coraggio ormai da diversi anni.

L’Academy che sbarca in MotoGp è un traguardo che in casa Rossi si presenta con orogoglio. Marini ricorda bene quando da ’semplice’ allievo della scuola di Vale sentiva il fratello ripetergli: "Dobbiamo puntare in alto, arrivare alla classe regina...". E il tempo è arrivato.

E poi c’è la domanda, quella di rito, quella inevitabile alla quale Marini ha saputo e saprà sempre rispondere con la prontezza e (perché no) l’affetto giusto nei confronti del fratello. "Come sarà la MotoGp senza Rossi? Sarà un’altra cosa, un’altra storia, un’altra emozione. Valentino è stato unico e quello che ha dato e fatto lui per questo mondo rimarrà unico, quindi...".

Quindi Luca sorride, accende la sua Desmo e vede il semaforo verde. Il futuro, è vero, è adesso con Vale non più in sella, ma lì al box o nella rustica sala riunioni del ranch, a insegnare traiettorie e trucchetti del mestiere. Sempre e solo per vincere, sia chiaro.