SPAL MADE IN USA

La Mantia-Moncini,. Tacopina fa sul serio

Migration

di Corrado Piffanelli

La cosa più semplice del mondo: il gol. E’ da lì che è partita la nuova Spal. La squadra che tanto ha faticato l’anno scorso nel trovare la via della porta, il club che negli ultimi anni ha accusato delusioni in serie dai suoi attaccanti da Borriello a Paloschi, quest’anno ha iniziato la sua programmazione con il fermo intento di portare a casa minimo 25 gol dalla coppia d’attacco. E sulla carta l’operazione è riuscita al meglio. La Mantia e Moncini si candidano ad essere tra le migliori coppie della B e sono la cartina di tornasole dell’impegno della società per portare la squadra in quota e avviare un processo di consolidamento e risalita dopo il delicato post-retrocessione dalla A coinciso anche con il cambio societario. La Mantia ha numeri importanti: viene da due anni all’Empoli con 64 presenze e 15 gol, da altri due al Lecce con 44 presenze e 19 gol ed in entrambi i casi ha contribuito alla promozione dalla B alla A per poi giocare, seppur meno, anche nella massima serie. E’ andato bene anche all’Entella (4012), al Cosenza (2413) ed alla Pro Vercelli (259), ha un fisico importante ma anche buona tecnica e capacità nel gioco di squadra. Il classico giocatore che in B può essere un fattore. Gabriele Moncini ha già giocato con Venturato a Cittadella (il suo anno migliore, 17 presenze e 12 gol in prestito dalla stessa Spal), ha il timbro della Nazionale Under 21 nella sua carriera e arriva in prestito dal Benevento che lo pagò 2,5 milioni.

La storia più bella di questo mercato è quella di Fabio Maistro, il centrocampista polesano cresciuto nel settore giovanile biancazzurro e affermatosi a livello giovanile nella Fiorentina ai tempi di Paulo Sousa. Poi un passaggio al Gavorrano prima di transitaree formalmente alla Lazio che lo gira alla Salernitana dove gioca il suo primo campionato importante di B, seguito da quelli a Pescara e Ascoli. Un giocatore pronto che ha in più la motivazione del ritorno a casa. E poi c’è il valore aggiunto. Quello che Joe Tacopina ha cercato a strappi l’anno scorso senza successo: la mentalità. L’americano non vuole musi lunghi, predica positività e fiducia, il suo mental coaching è un incrocio tra frontierismo americano e psicologia spicciola, per certi versi ricorda lo spirito di fiducia e positività di quel Gibì Fabbri cui è dedicata la casa della Spal costruita da Mazza e rilanciata dai Colombarini. Tacopina è andato in ritiro con la squadra, è entrato nella mente dei giocatori, ha colorato di bianco e azzurro la sua fama di vincente conquistata nelle sue precedenti piazze. E’ un mondo tutto nuovo. Il low profile è sparito, si guarda sempre in alto e si pensa in grande: quest’anno con un mercato all’altezza di questi propositi, come si è visto subito in Coppa Italia a Empoli.