Mercoledì 24 Aprile 2024

ROMA CHE JOYA

Josè più Dybala. Ora nulla è impossibile

di Paolo Franci

E’ come se la conquista della Conference League, primo trofeo alzato dai Friedkin post famiglia Sensi, avesse illuminato la via. Cioè, al contrario di quanto (non) combinato dalla precedente proprietà, che metteva il turn over di giocatori anche davanti alla possibilità di vincere qualcosa, vendendo a prescindere i pezzi migliori, Dan e Ryan Friedkin hanno capito sin da subito che vincere a Roma ha un sapore e un peso speciale, anche e soprattutto per gli affari, evidentemente. E così, dopo aver seguito la squadra ovunque, oltre il l più appassionato tifoso, Dan Friedkin si è convinto che bisognava fare le cose in grande.

Il colpo Mourinho, straordinario, ha dunque rappresentato il segnale della svolta. Lo squillo di tromba che ha ricompattato il popolo romanista, deluso e mortificato dalla gestione Pallotta. L’equazione accarezzata dai tifosi è stata semplice e logica: se prendi Mou non è per fargli fare le vacanze romane. In campionato, alla fine le cose sono andate come dovevano: Le milanesi, il Napoli, la Juve avevano una marcia in più e bisognava centrare l’Europa League salendo di un gradino rispetto alla Conference. Certo, si è anche tentato di rientrare nel giochi Champions ma, onestamente, la rosa era quella che era, tant’è che alla fine alcuni giocatori hanno fatto anche più degli straordinari, a cominciare dal re della scorsa stagione, Tammy Abraham. L’inglese ci ha messo tempo zero per far dimenticare quel monumento mai amato come avrebbe meritato qual è Edin Dzeko. E proprio lui, con l’uomo decisivo della finale, Nic Zaniolo, ha trascinato la squadra in un crescendo rossiniano, tra campionato e Conference League.

E siamo arrivati proprio a quel trofeo, vissuto tra umiliazioni clamorose, l’1-6 col Bodo Glimt, a straordinarie ed emozionanti prestazioni come la doppia sfida con il Leicester o la finale di Tirana contro il Feyenoord. La conquista di quel trofeo e i festegiamenti straordinari del popolo giallorosso per una Coppa che (sbagliando) molti considerano una coppetta, sono gli elementi che hanno convinto i Friedkin ad accelerare. Devono essersi chiesti: "Un trofeo, il terzo per importanza in Europa e guarda cosa è successo a Roma, pensa tu se dovessimo vincere...". Sia chiaro: la Roma non è ancora da scudetto, però l’entusiasmo partito con la vittoria in Conference e proseguito col più grande, clamoroso colpo dai tempi di Franco Sensi, dà l’idea che la Roma stia lavorando per arrivare in cima.

Quel clamoroso colpo si chiama Paulo Dybala, presentato davanti a una marea di tifosi, tra giochi di luce e scenografie spettacolari, al "Colosseo quadrato" dell’Eur, La sua era romanista è cominciata così, con la maglia numero 21 che è introvabile da settimane a Roma e la commozione per essere stato trattato come un re, pur non avendo ancora giocato un minuto in una gara ufficiale.

Però, è bastata solo la notte con lo Shakthar per la presentazione ufficiale sul prato dell’Olimpico, perfetto come un tavolo da biliardo, per capire che stagione potebbe essere per la Roma. Sold out per un’amichevole e la sfilata dei tanti big portati a Roma da quel diavolo di Tiago Pinto, l’uomo perfetto per lavorare con Mou, l’uomo mercato che ha piazzato colpi incredibili spendendo poco e niente. Alla fine il solo Celik, alternativa a Karsdorp è stato pagato 7 milioni. Per il resto, imperativo sfoltimento della rosa - la cessione di Veretout, ad esempio, ha portato un bel po’ di soldi nelle cass romaniste - e colpi a parametro zero da stropicciarsi gli occhi. Wijnaldum accolto da 12mila tifosi all’aeroporto e, prma di lui, tripudio assoluto per Matic, fedelissimo di Mourinho, oltre a Svilar. E’ chiaro come tutto ruoti attorno a Dybala. E una Roma con Dybala, Pellegrini, Wijnaldum Tammy Abraham e Zaniolo fa letteralmente sognare i romanisti. Certo, la squadra è cambiata profondamente e c’è da mettere insieme tutti i nuovi, senza contare che l’equilbrio dovrà essere l’elemento determinate se Mou sceglierà tutto quel cachemire là davanti. Però già la partita amichevole con il Tottenham di Conte ha detto molto sula Roma che sta per esordire in campionato. Gli Spurs, pur avanti nella preparazione perchè la Premier è partita prima non hanno fatto neanche un tiro in porta. Segno che la fase difensiva sarà il cuore del gioco, la certezza da cui ripartire una volta riconquistata la palla. Poi toccherà ai palleggiatori dettar legge, almeno nelle intenzioni, perchè la qualità in mezzo e davanti è davvero enorme. Senza dimenticare che quest’anno Mou potrà contare su Spinazzola recuperato al top della condizione. Non un aspetto banale, il ritorno della freccia romanista. "Ci sarà da divertirsi" ripetono gongolanti i romanisti. Come dargli torto?