Giovedì 18 Aprile 2024

INTER DI ROMELU

Il super colpo d’estate per rivincere il titolo

di Mattia Todisco

Il centro del mondo è tornato ad essere Romelu Lukaku. Un anno dopo l’addio per tentare un’avventura al Chelsea conclusa in maniera ingloriosa, il belga torna dove è stato grande protagonista dell’ultimo scudetto nerazzurro. Si ricompone così la “LuLa“, la grande coppia d’attacco insieme a Lautaro Martinez. I due torneranno ad essere uno dei cardini dell’Inter, squadra nella quale l’altra grande novità rispetto al passato è rappresentata da Robin Gosens a sinistra. Il tedesco è arrivato a Milano a gennaio, ma complici i postumi di un grave infortunio patito all’Atalanta e la stagione stratosferica di Perisic (passato a parametro zero al Tottenham) ha trovato pochissimo spazio. Le fortune della squadra passeranno anche da quanto l’esterno riuscirà a mantenere la stessa produzione in termini di gol e assist rispetto al predecessore. Per il resto Marotta e Ausilio hanno lavorato soprattutto sul completamento della rosa. Via Vidal e Sanchez, strapagati e ben poco produttivi. Dentro Mkitharyan, un giovane vice-Brozovic di belle speranze come Asllani (tra i maggiori protagonisti del pre-campionato) e Bellanova come cambio di Dumfries a destra.

Con queste basi Inzaghi dovrà riuscire laddove lo scorso anno non è arrivato. L’obiettivo è la seconda stella, il tricolore mancato per tre punti (a pari merito col Milan avrebbero vinto i rossoneri per gli scontri diretti) dopo aver espresso un ottimo livello di calcio lungo quasi tutto l’arco della stagione. Le sette partite del periodo invernale in cui la squadra ha racimolato soltanto sette punti sono state però fatali. I rinforzi acquistati quest’estate dovranno dare maggiore profondità nei momenti in cui i titolari mostreranno difficoltà di tenuta, come è accaduto lo scorso anno. In particolare sarà fondamentale riuscire a garantire un ricambio ai tre centrocampisti titolari: Barella, Brozovic e Calhanoglu.

Un’altra possibile chiave sarà l’alternanza tra i pali. Il titolare è Samir Handanovic, confermato come capitano e in vantaggio rispetto a Onana. Il camerunese non ha un passato banale, ha raggiunto una semifinale di Champions League con l’Ajax e firmato un accordo economicamente importante per un dodicesimo. Non è nella condizione di Radu, riserva di Handanovic con ben poche speranze di scendere in campo, situazione che il rumeno ha probabilmente patito nel momento in cui ha affrontato la trasferta di Bologna conclusa con un pesante errore, costato la sconfitta alla squadra in una delle ultime partite del campionato. Inzaghi dovrà essere bravo a gestire l’alternanza, magari sfruttando anche la vetrina della Coppa Italia.

Davanti all’estremo difensore, salvo modifiche sul mercato negli ultimi giorni della finestra trasferimenti, agirà il collaudato trio formato da Skriniar, De Vrij e Bastoni. Giocano insieme da quasi due stagioni (nella prima di Conte l’italiano divenne titolare in autunno). Hanno fisicità da vendere e si conoscono bene, ma l’olandese deve rimettersi in carreggiata dopo una stagione con tante difficoltà e numericamente va ancora trovato un sostituto per Andrea Ranocchia, partito a parametro zero per cominciare una nuova avventura al Monza. Presumibilmente sarà un giocatore d’esperienza, come lo era l’italiano, in grado di prendere il posto di De Vrij all’occorrenza senza pesare troppo su un bilancio che va ancora messo a posto. Lo spauracchio da qui alla fine del mercato è anche questo: se arriverà una proposta irrinunciabile per uno degli elementi più importanti, Suning e il management dovranno avere la forza di respingere al mittente oppure bisognerà cercare in fretta e furia un nuovo innesto all’altezza. Inzaghi spera fortemente che si scelga la prima via, quella conservativa. Ha già visto sfumare Bremer all’ultimo momento dopo averlo richiesto a gran voce, quando era pressoché certo di poterlo accogliere ad Appiano Gentile. Lo scorso anno ha fronteggiato (bene) le partenze di Eriksen, Hakimi e Lukaku, nel suo primo anno in una “grande“ e dovendo raccogliere l’eredità di Conte. Ma non sempre il lavoro sul campo si rivela sufficiente per compensare gli addii, soprattutto quelli di una certa rilevanza.