Mercoledì 24 Aprile 2024

I ragazzi del Mancio, è tutta un’altra Italia

La svolta con i giovani continua a dare frutti, Barella e Pellegrini stendono l’Ungheria: azzurri da soli in vetta in Nations League

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di Paolo Franci

Quel meraviglioso pazzoide del Mancio, non ci ha dato neanche il tempo di impallinarlo a lungo. Così come si fa con un ct che manca il Mondiale, quando tutti pensavamo che la Coppa di Wembley fosse appena l’inizio di una scorpacciata. No, non ce l’ha dato perché mentre c’era chi ne invocava l’addio e la sua squadra scoppiava - la riconoscenza è merce avariata nel pallone, si sa - lui preparava la Grande Riscossa Azzurra.

Eh sì, l’abbiamo preso per matto quando ha convocato 53 giocatori per quello stage di fine maggio, con tanto di talenti di Serie B e il pieno di ragazzini. Quello stage gli è servito, invece, per scoprire qualche diamante - vedi Gnonto - lucidarlo e convincerlo che, sì, avrebbe potuto non solo indossare l’azzurro, ma anche sudarci dentro in un match vero. Chissà come l’avranno guardato quei ragazzi, tra il frastornato e il sognante, quando il Mancio ha detto loro: "Ragazzi, qualcuno di voi sarà convocato per le prossime partite...". E così è stato.

Certo, Gnonto titolare, come da premonizione della vigilia, una settimana fa non lo avrebbe sognato neanche lui. E invece, succede che il Mancio pensa veloce e agisce ancor più in fretta. Nel giro di due partite ha rivoltato la Nazionale, mandato a casa i vecchi eroi stanchi e attinto a piene mani dalle seconde linee - perché poi Politano, Pellegrini, Calabria o Mancini non è che siano dei pulcinetti implumi in azzurro eh - trasformandoli in titolari e mettendoli insieme a tutti quei ragazzi di talento che già spopolano dalle loro parti come Frattesi, Ricci, Dimarco, Pobega, lo stesso Gnonto, Cancellieri, fino a Zerbin. E cioè i sette esordienti.

Poi, è bastato il recupero di gente che ha voglia e che s’è persa il meglio all’Europeo, come quel Pellegrini che ci sta proprio bene con la ’Diez’ sulle spalle, per il cachemire che ha nei piedi e per la quota gol, notevolissima: dopo il gol ai tedeschi, bis ieri sera. Oppure come Spinazzola, che ha di nuovo i petardi nei piedi e da uno di questi è nato il primo gol, splendido, di Barella. Anche lui finalmente riconoscibile. Ieri, abbiamo rivisto per la prima volta quella qualità di gioco, quelle azioni veloci e spettacolari della miglior Nazionale della gestione Mancini, quella che poi alzerà la Coppona a Wembley. E che non si venga a dire “Eh ma l’Ungheria...“ alzando il sopracciglio. Quella di Rossi - complimenti a lui - è stata in lizza per la qualificazione nel girone europeo, sfumata solo alla fine di una incredibile partita con la Germania (pareggio nel finale). Eppoi ha fatto secca l’Inghilterra alla prima di Nations League, così oggi gli azzurri sono primi da soli con 4 punti.

In ogni caso, al di là della prova brillante di tanti singoli, abbiamo rivisto una squadra che gioca con la gioia di farlo, si aiuta, si diverte passando per la certezza della qualità. Un fattore che era completamente scomparso durante le maledette qualificazioni mondiali. Ora abbiamo la certezza che, davvero, l’Italia abbia nuovamente un futuro. Quanto luminoso ce lo dirà quel meraviglioso pazzoide del Mancio.