FAVOLA MONZA

Altro che matricola,. Galliani "pigliatutto"

di Michael Cuomo

Centodieci sono gli anni che Monza, e il Monza, hanno dovuto attendere per parlare la lingua della Serie A. Silvio Berlusconi e Adriano Galliani hanno impiegato niente a trasformare la maledizione in un sogno raggiungibile, e 1339 giorni a trasformare il "Grande sogno" in realtà. Guai a chiamarla matricola, il Monza, nonostante a dirlo per prima sia proprio la sua storia. Ma di fatto, da quel 28 settembre 2018, la Brianza calcistica vive sempre al di sopra della sua reale dimensione. Il risultato, infatti, è presto detto: una finale di Coppa Italia Serie C, un campionato di C vinto senza storia, un primo campionato in B da record, un secondo tentativo andato in porto. Nessuno, però, di coloro i quali gravitano in orbita Monza, ha mai pensato al traguardo tagliato come motivo di rilassatezza e appagamento. La Serie A, per il duo Berlusconi-Galliani, è solo un nuovo punto di partenza. D’altronde, il calcio è ancora quella cosa che fa brillare loro gli occhi come due ragazzini alle prime armi. Il presidente mancava dalle tribune degli stadi da tempo, con il Monza è tornato a respirare il brivido dell’atmosfera festante e l’immensa soddisfazione della vittoria; per l’ad, invece, nulla è cambiato, solo la cravatta: quella gialla è custodita in una teca di Casa Milan abbinata ai ricordi dei grandi successi europei. Tant’è che, una volta di nuovo sul mercato che conta, Galliani si è mosso come "asso pigliatutto" che mancava da troppi anni, ormai, nelle estati pallonare. E così ecco Pessina, figliol prodigo riportato a casa e omaggiato della fascia da capitano, fiore all’occhiello della campagna acquisti monzese. Ma non solo campo: 20mila ore di lavoro hanno ridato vita in 50 giorni a una tribuna in disuso da anni che ha portato lo stadio alla capienza di quasi 16mila posti, palcoscenico ora idoneo per la massima serie; il centro sportivo Monzello, quindi, molto simile a migliori centri d’allenamento europei. Presto cambierà anche nome: verrà dedicato a Luigi Berlusconi, padre di Silvio. E del futuro? V’è certezza. Obiettivo dichiarato, per il Monza, per questa prima stagione della sua storia in Serie A, è il decimo posto: vorrebbe dire avere posto nel condominio delle migliori nella parte sinistra della classifica. Un punto di partenza mica poco ambizioso, cui farà seguito altrettanto futuro che immaginiamo poliglotta: è l’Europa ad aver timbrato il certificato di qualità del loro Milan, ed è lì che vorranno tornare Silvio e Adriano. Passo dopo passo, sogno dopo sogno: i loro e quelli di una gente che ha amato il Monza anche nei suoi anni più bui. È stato come aver trovato la luce in fondo al tunnel. Ma non è sognare a occhi aperti: è vivere una realtà, nuova, di cui abituarsi: il Monza in Serie A.