Sanlorenzo Sogni su misura in alto mare

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di Paolo Galliani

La storia, l’immagine di un brand che ha fatto dei motoryacht progettati e realizzati ’su misura’ il tratto distintivo e riconoscibile, la quotazione sul segmento Euronext Star di Borsa Italiana e gli indicatori finanziari, anche i più recenti, che raccontano di un gruppo capace di sfoggiare ricavi netti che dal 2004 al 2021 sono passati dal 40 ai 585 milioni di euro.

Profilo da campione della nautica, quello del Sanlorenzo, come è inevitabile che sia il primo monobrand al mondo nella costruzione di yacht e superyacht. Ed è naturale che questo colosso dell’andar per mare Made in Italy – che vanta ormai oltre sessant’anni di successi nati sul refrain ’ogni armatore è unico’ – arrivi all’appuntamento del Salone di Genova con il peso specifico che gli compete. Per l’eleganza sartoriale e le performance tecniche delle imbarcazioni 24- 38 e 40-72 metri prodotte nei 4 cantieri tra Liguria (Ameglia e Spezia) e Toscana (Viareggio e Massa).

Ma anche per il prestigio che la maison guidata dall’ad Massimo Perotti si è guadagnato in questi anni rivoluzionando l’estetica e la vivibilità degli interni e coinvolgendo home designer del valore di Antonio Citterio, Patricia Urquiola, Studio Liaigre e in particolare, dal 2018, di Piero Lissoni in qualità di art director dell’azienda. Il desiderio di Sanlorenzo è costruire uno yacht in cui siano riconoscibili la personalità, i gusti e lo stile di vita di ogni cliente. Questione di strategia imprenditoriale. Di attenzione al sentiment del mercato in tema di sostenibilità. Ma anche di timing, capacità di anticipare il tempo per non subirlo.

Ed è quello che Sanlorenzo comunicherà a Genova anche nel corso del prossimo Salone Nautico, estraendo dal cilindro due new entry destinate a monopolizzare i riflettori, anche quelli internazionali, due chicche assolute del programma “Road to 2030” che il Sanlorenzo si è dato per marcare le direttrici su cui misurarsi per investire nel futuro prossimo: l’SP110, primo yacht della gamma ’smart performance’ che mira a garantire alte prestazioni con il massimo dell’efficienza energetica e l’SD90, navetta semidislocante con scafo inferiore ai 24 metri particolarmente apprezzata per la dimensione tecnologica e la resistenza della carena.

Sullo sfondo, il fil rouge di un marchio che non sembra voler rinunciare alla propria storia e a quello che rappresenta ma che ha già scritto pagine importanti introducendo, ad esempio, le terrazze aperte sulle fiancate degli scafi o a poppa e rinunciando ad un passaggio laterale da poppa a prua a favore di un maggiore volume interno. Una sorta di manifesto: l’equilibrio tra innovazione e tradizione è possibile, anzi esiste. E al Sanlorenzo nessuno si permette di definirla ’utopia’.