Venerdì 19 Aprile 2024

Nell’olimpo della pittura lombarda tra pochi mesi diverrà realtà il sogno del nobile Gian

Il Poldi Pezzoli prenderà parte il prossimo autunno alle solenni celebrazioni con un’esposizione che darà splendore alle collezioni iniziate nell’ottocento.

 ANNALISA ZANNI direttore Poldi Pezzoli di Milano

ANNALISA ZANNI direttore Poldi Pezzoli di Milano

Il Museo Poldi Pezzoli partecipa alle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo organizzando una mostra, in preparazione già da alcuni anni: Intorno a Leonardo. La Madonna Litta e la bottega del maestro. IL MUSEO creato da Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879) avrà quindi tra breve l’opportunità di ospitare nelle sue sale, donate a pubblico godimento nel 1879, accanto ai suoi preziosi dipinti lombardi, la Madonna Litta, che per tre mesi ritornerà a Milano, dove fu dipinta, e sarà esposta a fianco di alcune opere, tra cui la Madonna con il Bambino di Boltraffio, che erano appartenute fino al 1864-1865 alla prestigiosa collezione del duca Giulio Litta. Un sogno che si realizza! GIÀ DAGLI ANNI CINQUANTA dell’Ottocento il nobiluomo milanese aveva cominciato ad acquistare dipinti antichi: Milano era da anni crocevia del più importante mercato artistico europeo e i direttori dei nascenti musei di Londra e Berlino sapevano di potervi trovare i capolavori della pittura italiana. La soppressione di chiese e conventi metteva in circolazione numerose importanti opere d’arte, oggetto del desiderio dei maggiori collezionisti europei. Tra questi vi era anche Gian Giacomo Poldi Pezzoli, assistito da un selezionato gruppo di conoscitori, consulenti e antiquari: il pittore e restauratore Giuseppe Molteni (1800-1867), il connoisseur Giovanni Morelli (1816-1891) e infine Giuseppe Bertini (1825-1898), che diventerà il primo direttore del Museo. IN UN’ALA della sua casa in Contrada del Giardino n. 12 il grande collezionista, emulo della passione per l’arte e la cultura del nonno materno Gian Giacomo Trivulzio, aveva scelto di realizzare un allestimento evocativo delle epoche d’oro del passato, decorandone le sale e accogliendo arredi che restituissero in ogni stanza la storia dell’identità della nascente nazione italiana attraverso opere d’arte antica di altissima qualità. Egli riesce in poco meno di trent’anni a realizzare quella che è diventata una delle più importanti case-museo nel mondo, ricca di preziosissime opere di arte decorativa e di dipinti. I suoi interessi sono rivolti, a partire dal 1855 circa, all’arte rinascimentale e in particolare alla pittura toscana e veneta, riuscendo ad acquistare opere di Piero della Francesca, Botticelli, Giovanni Bellini, Andrea Mantegna e il ritratto di giovane donna di Piero del Pollaiolo. Si rivolge anche alla pittura lombarda e ai leonardeschi in particolare: Andrea Solario, Bernardino Luini, Cesare da Sesto, oltre a Bergognone, Bernardo Zenale, Vincenzo Foppa. Per l’acquisto dei Solario è disposto a spendere cifre altissime, sempre alla ricerca di un’opera del grande Leonardo. Come dimostra la presenza nella sua collezione del dipinto Madonna con il Bambino che raccoglie un fiore (Madonna della rosa) di Giovanni Antonio Boltraffio, il collaboratore più talentuoso di Leonardo che lavorava affiancato al maestro nella sua bottega. Tra breve, per qualche mese, il suo sogno si avvererà.