Venerdì 19 Aprile 2024

E adesso sfilano le sue intuizioni sul movimento

Torino porta in scena i suoi legami con la posterità Confronto con le opere di Raffaello e Michelangelo

Sandro Botticelli- Nudo classicheggiante

Sandro Botticelli- Nudo classicheggiante

Disegnare il futuro. La vulgata otto e novecentesca ha spesso attribuito a Leonardo da Vinci invenzioni che, dall’automobile alla bicicletta, mai avrebbero potuto attraversare una mente del sedicesimo secolo. Ogni uomo, anche il più geniale, è figlio della sua epoca, ponendosi in continuità con chi l’ha preceduto da una parte e chi lo prenderà a modello dall’altra. Un aspetto ben evidente nella mostra “Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro”, ai Musei Reali di Torino fino al 14 luglio, che ai disegni autografi della Biblioteca Reale, al Codice sul volo degli uccelli e al Codice Trivulziano affianca le fonti a cui Leonardo si è ispirato e i maestri a cui ha guardato. Eppure il titolo dell’esposizione, “Disegnare il futuro”, continua a sottolineare il legame del Maestro con la posterità: non tanto per improbabili capacità divinatorie, ma per le limitazioni che la sua epoca ha spesso imposto all’ardire della sua conoscenza e alla perizia della sua abilità grafica. Emblematico che alla fine dei suoi giorni Leonardo abbia espressamente chiesto che le sue raffigurazioni anatomiche non venissero stampate tramite incisione su legno, rendendosi conto che la precisione raggiunta nei suoi disegni non avrebbe potuto essere replicata dai mezzi di stampa dell’epoca. PROPRIO ALCUNI DISEGNI anatomici di Leonardo sono protagonisti della sezione del percorso espositivo curata da Paola Salvi, docente di Semiologia del corpo all’Accademia di Brera di Milano: lo Studio di proporzione del volto e dell’occhio, Nudi per la battaglia di Anghiari e altri studi di figura, Studi di muscolatura degli arti inferiori e alcuni studi della muscolatura degli arti di un cavallo. Infine un guerriero a cavallo in bronzo attribuito a Leonardo proveniente dal Museo Nazionale di Budapest. Tutti i disegni uniscono alla precisione anatomica l’attenzione per l’elemento funzionale, in questo caso dell’apparato locomotorio, cioè il movimento. È proprio questa sensibilità a distinguere Leonardo, che nel movimento cercava la vera essenza dei viventi, dai predecessori, più attenti allo studio di figure posate. Attorno ai fogli di Leonardo sono esposti a confronto studi di figure di Antonio del Pollaiolo, Raffaello, Botticelli, della scuola di Filippino Lippi e di Michelangelo. Avendo infine uno di fianco all’altro il disegno di Michelangelo per la battaglia di Cascina e quello di Leonardo per la battaglia di Anghiari, si può osservare ciò che Benvenuto Cellini definì “la scuola del mondo”, riferendosi al fatto che le due opere, pensate per il Salone dei Cinquecento a Firenze ma mai realizzate, diventarono, attraverso i cartoni e gli studi preparatori lasciati dai due artisti, una palestra eccezionale per i colleghi successivi. Anche in questo Leonardo disegnò il futuro: diventando modello imprescindibile e ispirazione per chi venne dopo di lui.