Leonardo è patrimonio dell’umanità

ma ha trovato la sua patria artistica nella milano lungimirante dell’epoca. Il presidente della regione lombardia: "il nostro omaggio è doveroso promuoveremo percorsi tematici nei luoghi dove è forte la sua eredità"

VIGEVANO  una delle città segnate dal passaggio di Leonardo  (foto C. Vassalli)

VIGEVANO una delle città segnate dal passaggio di Leonardo (foto C. Vassalli)

La Lombardia e Milano si apprestano a celebrare la ricorrenza del quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci, avvenuta il 2 maggio 1519, con una serie di iniziative che rappresentano un sincero e doveroso omaggio al genio assoluto del Rinascimento; genio di origine fiorentina eppure lombardo d’adozione, grazie al mecenatismo illuminato e lungimirante di Ludovico il Moro, che consentì al capoluogo e all’intero territorio regionale di vivere un periodo di grande splendore. Se da un lato è corretto considerare la figura di Leonardo un patrimonio dell’umanità, dall’altro va anche riconosciuto come la Lombardia del Ducato di Milano degli Sforza sia stata per Leonardo la sua vera patria. QUI, nell’arco di ripetuti e prolungati soggiorni, il genio vinciano poté esprimere liberamente un talento universale, impareggiabile nel destreggiarsi tra arti, saperi e mestieri; un talento così potente che le sue opere hanno potuto travalicare secoli e i confini del tempo per venire oggi consacrate come momento fondativo della modernità. Qui, in terra lombarda, più che altrove, Leonardo poté dedicarsi sia alla scienza sia all’arte, con quel formidabile eclettismo che lo rende inimitabile. Si trova a Milano l’affresco tra i più famosi al mondo, l’Ultima Cena presso il convento della Basilica Santa Maria delle Grazie. L’Uomo vitruviano, archetipo dell’armonia universale e della connessione tra umano e divino, venne realizzato a Pavia. A Vigevano, Leonardo progettò una vasta bonifica delle paludi che circondavano la Sforzesca e una grande opera di canalizzazione. Secondo alcuni studiosi, persino la Gioconda, il dipinto più popolare al mondo, venerata icona di fascino e mistero, potrebbe avere dei natali lombardi ed essere stata dipinta a Vaprio d’Adda. Leonardo studiò, progettò, lavorò, attraversando in lungo e in largo i domini degli Sforza, seguendo il corso dei fiumi e dei navigli, spingendosi fino alle valli delle Prealpi e poi su, verso le Alpi, per contemplarne il maestoso fascino. Nel Codice Atlantico, custodito dalla Biblioteca Ambrosiana, si trovano numerosi studi e disegni che testimoniano l’interesse di Leonardo per i Navigli. Le stesse Porte Vinciane, ancora all’opera nei canali di tutto il mondo, sono state progettate proprio per la Martesana. Leonardo fu ripetutamente in Lombardia, anche se la permanenza più lunga fu quella del periodo compreso tra il 1482 e il 1499. Nel corso delle sue presenze lombarde, Leonardo visitò spesso Abbiategrasso, Morimondo, Vigevano, soggiornando a lungo alla Sforzesca. Successivamente si recò spesso anche a Pavia e soggiornò a Vaprio d’Adda, dopo che i francesi s’impadronirono del Ducato di Milano nel 1499. Tutti percorsi che, quest’anno, come Regione Lombardia, riscopriremo e promuoveremo. Così come sosterremo con generosità e impegno – l’abbiamo per altro già fatto, in previsione di questo quinto centenario – il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano. SONO ANCORA MOLTE le tracce, qui non citate per ragioni di spazio, che affermano la felice e feconda relazione del genio vinciano con le nostre terre. A cominciare dall’influenza che la sua figura ebbe sulla pittura e, più in generale, sulle arti in Lombardia. Non solo scienza, dunque. Mettersi in viaggio alla ricerca del segno di Leonardo, nell’anno che celebra i cinque secoli della morte, è un’occasione da non lasciarsi sfuggire per vivere, scoprire o riscoprire tanti momenti e tanti luoghi intrisi di fascino e di bellezza della nostra grande Lombardia.