Giovedì 18 Aprile 2024

Comprendere le piante per renderle utili alla salute dell’uomo

Fritjof Capra lo definisce pioniere della botanica I suoi studi su foglie e luce nei disegni di Windsor

ERBARIO

ERBARIO

All’inizio del XVI secolo, quando Leonardo da Vinci diede inizio ai suoi studi sulle piante e le erbe officinali, la botanica era ancora in una fase puramente descrittiva ed era considerata solamente accessoria alle arti medicamentose. Le grandi università, Pisa e Padova, avevano come docenti alcuni tra i maggiori naturalisti del tempo, ma la morfologia, la fisiologia e la sistematica degli organismi vegetali venivano di fatto trascurate come materia di insegnamento. Come in molti altri campi, Leonardo portò il suo lavoro scientifico in botanica ben oltre quello dei suoi contemporanei. Rappresentò le piante in modo accurato, e cercò di comprendere le forze, i processi sottostanti queste forme. In questi studi, spesso basati su osservazioni incredibili per quel tempo, egli fu un pioniere. Si esprime così Fritjof Capra, PhD, fisico e teorico dei sistemi, che ha fondato e dirige il Center for Ecoliteracy a Berkeley, negli Usa. Nella sua opera intitolata “Leonardo e la botanica” (sottotitolo: un discorso sulla scienza delle qualità, Aboca Edizioni) l’Autore illustra gli studi peculiari portati avanti da Leonardo nel corso della sua esistenza: “Dall’osservazione alla puntuale rappresentazione delle piante nelle sue opere scaturiscono interessantissimi spunti da rileggere oggi nella prospettiva di quella Scienza delle Qualità che consentì al Genio del Rinascimento di cogliere la natura nel suo processo del divenire”. «Leonardo – sostiene Fritjof Capra – intendeva riassumere la sua conoscenza botanica in un ampio “discorso dell’erbe”, e potrebbe pure aver redatto tale manoscritto. Se fosse stato completato, il suo trattato adesso perduto sarebbe stato all’avanguardia per il suo tempo. I primi studi sulle qualità proprie delle piante non furono pubblicati che vari secoli più tardi». L’IMMAGINE che emerge è quella di un pensatore sistemico ecologista, al tempo stesso scienziato e artista con un profondo rispetto per tutte le forme di vita, il cui lascito è estremamente rilevante per il nostro tempo. «Mi sono trovato a studiare una prima volta Leonardo conducendo ricerche, per il Centro Studi Aboca Museum, in merito ai disegni sulle piante medicinali – spiega Valentino Mercati, Cavaliere del Lavoro, fondatore presidente di Aboca - in questo senso il lavoro di Fritjof Capra pone il Genio del Rinascimento in una nuova dimensione umanistico-filosofica, tanto da farci considerare riduttiva la sola considerazione della sua opera scientifica e artistica. Leonardo indaga i fenomeni metabolici della vita, comprendendo le piante, per approfondire le basi scientifiche del loro utilizzo nel campo della salute dell’uomo e degli animali». I DISEGNI di Windsor in particolare svelano una meticolosa indagine sulla forma finalizzata alla comprensione della funzione. Leonardo arriva a un passo dalla descrizione di processi come la fotosintesi clorofilliana rappresentando le foglie che cercano la luce, o le radici che intuitivamente affondano nel terreno per assorbire acqua e trasmetterla al fusto. CENTO ANNI prima di Galileo e Bacone, Leonardo da solo sviluppò un nuovo approccio empirico alla scienza, che comprendeva l’osservazione sistematica della natura, il ragionamento logico, e alcune formulazioni matematiche, le principali caratteristiche di ciò che è conosciuto oggi come metodo scientifico. Comprese appieno che stava facendo un lavoro del tutto nuovo. Ovunque si voltasse c’erano nuove scoperte, e la creatività scientifica, che combinava un’appassionata curiosità intellettuale a una grande pazienza e ingegnosità sperimentale, era la principale forza che lo spronò durante la sua vita.