Giovedì 25 Aprile 2024

Ha incarnato il binomio tra il talento e la ricerca

Anatomia del Genio

Anatomia del Genio

Una curiosità vivace e una mente speculativa hanno portato Leonardo da Vinci a spaziare praticamente in ogni campo del sapere umano del suo tempo: dalle invenzioni di macchine, all’architettura, alla botanica, alla fisiologia, alla fisica… ... alla filosofia, alle lettere, alla pittura e alla scultura. Utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione e integrando le proprie competenze, Leonardo ha dedicato la sua vita e le sue opere all’indagine della realtà. Per me che sono un’imprenditrice innamorata della scienza, l’opera leonardiana è soprattutto l’emblema della creatività, dell’innovazione e del saper fare italiano. Attraverso codici, scritti e disegni in forma di appunti che ha redatto lungo tutto il corso della sua vita, si è in grado di seguire passo passo il filo rosso della sua ricerca e delle sue invenzioni di macchine e congegni. Una ricerca che testimonia il suo pensiero geniale, capace di passare dall’indagine del movimento delle acque agli studi sul volo. Quello che può essere definito l’ingegno del fare di Leonardo mi ha sempre affascinato. Così come il suo rapporto con Ludovico il Moro, il grande mecenate che, anche grazie allo stretto rapporto con l’autore del Cenacolo, fece di Milano una delle più splendide corti rinascimentali d’Italia. Leonardo incarna ancora oggi un binomio insuperabile di talento e ricerca che a mio avviso è alla base anche del nostro tessuto imprenditoriale e di quel Made in Italy che tutto il mondo ama. Dietro ai successi di tante imprese italiane ci sono infatti le storie di uomini e di donne che hanno dedicato la maggior parte della propria vita alla ricerca di nuove soluzioni, di nuove sfide, di nuove opportunità. Dietro ogni prodotto esiste un patrimonio di conoscenze, di idee e di impegno. La capacità di innovare esiste e si percepisce nei laboratori, nel lavoro, nella fabbrica, nella grande e nella piccola impresa. Esiste e si percepisce ogni volta che qualcuno mette nella cassetta delle idee qualcosa che diventerà poi un prodotto importante, una innovazione o un’invenzione. È l’ingegno, cioè talento, intelligenza, immaginazione, fantasia: le caratteristiche principali che contraddistinguono l’Italia nel mondo. La potenza intuitiva delle scoperte di Leonardo, così come l’evolversi della sua ricerca scientifica e artistica, ne fanno un corpus scientifico di valore unico, dove si manifesta un reciproco scambio, un connubio perfetto tra arte e scienza. Così, se i suoi trattati di anatomia costituiscono il fondamento per la realizzazione nei dipinti di figure tanto armoniche e credibili come quelle della Leda o della celebre Gioconda, allo stesso tempo rappresentano uno dei primi seri approcci alla fisiologia nella storia della medicina, tra cui, per esempio, le indagini dettagliate sulla fisiologia del feto umano, mai realizzate prima di allora. A quel modello pienamente umanistico che abbatte i confini tra l’arte e la scienza ci siamo ispirati anche noi di Bracco, che abbiamo sempre creduto nel contributo che la scienza può dare all’arte e alla tutela del patrimonio culturale. La chimica e la fisica, infatti, possono aiutare a conservare e restaurare le opere d’arte e, grazie in particolare alle tecniche diagnostiche, a scoprire cosa si cela sotto i materiali per conseguire importanti evidenze nella datazione, nell’attribuzione dell’opera, nel processo creativo dell’artista. Non a caso, in tutti i nostri progetti culturali, prima come Azienda e poi come Fondazione, abbiamo sempre cercato di mettere a disposizione l’expertise nel campo dell’imaging diagnostico: da Giorgione a Fra Carnevale, da Canaletto a Caravaggio, dall’Organo del Duomo di Milano al violino Piccolo Storioni del 1793.