Giovedì 18 Aprile 2024

Legato alla sua Vinci anche in età adulta

Roberta Barsanti: ha sempre rappresentato la natura che conosceva e nel “paesaggio” da lui disegnato ci sono le suggestioni del montalbano

La casa natale di Leonardo, punto di arrivo di studiosi e viaggiatori.

La casa natale di Leonardo, punto di arrivo di studiosi e viaggiatori.

Della sua infanzia poco sappiamo. Ma un dato sicuro, esiste: Leonardo da Vinci venne al mondo il 15 aprile 1452. Lo testimonia il protocollo notarile del suo bisnonno sul quale, all’ultima pagina, il nonno Antonio da Vinci annotò la data e l’ora della nascita del suo primo nipote, Leonardo, nato illegittimo dal figlio ser Piero, dando conto del prete che lo battezzò e dei testimoni presenti alla cerimonia. «Secondo la tradizione, nacque nella Casa di Anchiano - conferma Roberta Barsanti, direttrice del Museo e della Biblioteca Leonardiani di Vinci - . La stessa casa natale inaugurata nel quinto centenario della nascita di Leonardo nel 1952, alla presenza dell’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi e del Consiglio, Alcide De Gasperi». Nel suo paese natale il bambino destinato a diventare il massimo esponente dell’Uomo Nuovo rinascimentale, trascorse i primi 16 anni di vita, prima di partire con il padre alla volta di Firenze». Dottoressa Barsanti, cosa sappiamo di questa fondamentale fase della vita del Genio di Vinci? «Proprio di questo tratta la mostra allestita fino al 15 ottobre al Museo, organizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi: un viaggio alla scoperta del legame biografico di Leonardo con la sua città natale e sulle suggestioni che la terra d’origine offrì al suo percorso di artista, tecnologo e scienziato. In quest’ottica, sono presentati i documenti in prestito dall’Archivio di Stato di Firenze, che ricostruiscono in maniera inequivocabile le primissime vicende della vita del grande artista, e il primo disegno conosciuto da lui realizzato, il Paesaggio (inv. 8P), da lui datato 5 agosto 1473». Attorno a quest’opera giovanile, una sorta di palinsesto di tutta la futura produzione di Leonardo, si dipana il percorso espositivo: perché è così importante? «Per i dettagli, che poi dettagli non sono. L’elemento acqua, ad esempio, lo ha fortemente condizionato, spingendolo a indagare con interesse nel corso della sua intera esistenza: lo ritroviamo nel disegno del Paesaggio, è richiamato dai modelli di imbarcazioni a pale e macchine azionate dalla sua forza motrice ed è declinato attraverso la presentazione degli studi per il canale navigabile tra Firenze e il mare. Testimonianza della volontà dello scienziato di regimare e sfruttare le acque». Leonardo tornò anche successivamente nei suoi luoghi di origine? «È una certezza! Recenti studi, supportati da appunti presenti nei manoscritti, documentano come il legame e la frequentazione con Vinci non si limitarono all’infanzia e alla giovinezza, ma proseguirono anche in età adulta, forse proprio durante il periodo in cui Leonardo si trovava sul territorio per lavorare al progetto, più impegnativo, quello per la deviazione del fiume Arno». In altre opere appaiono vedute ispirate ai luoghi della sua fanciullezza? «Leonardo ha sempre rappresentato la natura che conosceva: nel Paesaggio si colgono suggestioni tratte dagli scenari del Montalbano, che certamente il giovanissimo da Vinci frequentava e conosceva sin dall’infanzia, e al contempo si evidenziano elementi figurativi che ricorrono in altri disegni e dipinti dell’epoca. La densità dell’aria in un giorno d’estate, le rocce, i profili dei monti e l’acqua così presente nella parte centrale del disegno, richiamano alla mente molti altri studi di Leonardo sugli elementi naturali e, in particolare, quelli dedicati ai fossili, simbolo di una natura esposta a mutamenti e rivoluzioni ». Un legame indissolubile quello dell’artista con la sua terra d’origine... «Sì. E viceversa: documenti d’archivio testimoniano la presenza di Leonardo, la storia della famiglia da Vinci, consentendo di formulare ipotesi sull’identità della madre Caterina, sul rapporto con lo zio Francesco e sui primi studi d’abaco». Cosa rimane di ‘tangibile’? «La dichiarazione al Catasto del 1458, dalla quale apprendiamo il nome della madre di Leonardo, Caterina, e abbiamo testimonianza di come il piccolo fosse stato accolto presso la famiglia paterna. Dal Catasto del 1469 si deduce che il diciassettenne Leonardo si è ormai trasferito a Firenze con il padre Ser Piero, mentre sul contratto per il Mulino del Comune di Vinci, concesso in affitto a Ser Piero e Francesco da Vinci, troviamo una clausola a favore di Leonardo grazie alla quale, seppure nato fuori dal matrimonio, in mancanza di eredi legittimi, avrebbe potuto ereditarne l’usufrutto. Infine... Infine, dottoressa Barsanti? «Il ricordo del testamento di Francesco da Vinci, zio di Leonardo, che nel 1504 dispose di lasciare tutti i suoi beni e i suoi possedimenti all’amato nipote».