Giovedì 25 Aprile 2024

Quelle malattie degenerative individuate e smascherate

Le rivelazioni di un esame anatomo-patologico sul cadavere di un anziano e la scoperta illuminante: la sua aterosclerosi aveva una spiegazione

“Tra l’anatomia e il vivo”

“Tra l’anatomia e il vivo”

Nel pozzo senza fondo delle sensazionali attività scientifiche di Leonardo da Vinci, c’è anche un’interessante pagina di Storia della Medicina in geriatria. Osservando direttamente il corpo umano Leonardo riuscì ad identificare i segni della vecchiaia in alcuni organi e quelli dell’aterosclerosi nei vasi sanguigni, dando così il via alla realizzazione della prima opera medica del settore. RISPETTO a quanto succedeva in passato, eseguiva personalmente le dissezioni dei cadaveri, utilizzava metodi sperimentali per l’osservazione e disegnava, da par suo, direttamente ciò che vedeva. Studioso navigato anche nel campo dell’anatomia, eseguì dissezioni principalmente durante tre periodi diversi della vita, a Milano intorno al 1490, a Firenze fra il 1503 e il 1506, di nuovo a Milano verso il 1510-1511, questa volta in collaborazione con il medico Marco Antonio della Torre. Secondo le testimonianze, avrebbe sezionato circa 30 cadaveri, di tutte le età e di entrambe i sessi, compresi un feto ed un ultracentenario, cosa eccezionale per l’epoca. Lo scopo - come conferma anche il cardinale Luigi d’Aragona, che gli fece visita ad Amboise (in Francia) dove trascorse gli ultimi di vita - era quello di scrivere un trattato di anatomia, che restò alla fase preparatoria, con migliaia di schizzi e centinaia di note. La nostra storia inizia nell’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, in una fredda giornata invernale, intorno al 1506. Durante una visita, Leonardo incontra un conoscente, un anziano ultracentenario, ricoverato nel nosocomio. L’uomo gli dice che, nonostante la sua età avanzata, non accusa particolari disturbi, se non una forte spossatezza. Ma, inaspettatamente,“ senza alcun movimento o segno di qualsiasi problema – scrive Leonardo nei suoi appunti - passò di questa vita…”. Profondamente colpito e non comprendendo le cause di quella morte improvvisa, Leonardo non resiste all’idea di capirne i motivi: “e io ne feci la notomia per vedere la causa di sì dolce morte…”. Leonardo esegue nell’ospedale fiorentino l’esame anatomo–patologico del suo conoscente ultracentenario e contemporaneamente quello di un neonato,“ un putto”, deceduto anche lui da poco, per effettuare un raffronto. I risultati dell’esame furono sconvolgenti. Con una precisa osservazione unita ad un’originale capacità descrittiva e allegorica, Leonardo rileva come il fegato dell’anziano, gli appaia arido e consunto come “crusca bagnata di poca acqua…”. Ancora più interessanti i rilievi sui vasi e la circolazione sanguigna: “… per mancamento di sangue e arteria che notria il core e li altri membri inferiori…”, afferma Leonardo nelle sue note. Durante la dissezione Leonardo osserva anche vasi sanguigni tortuosi ed allungati con rallentamento del moto sanguigno ed aumento dello spessore interno, fenomeni strettamente legati alla vecchiaia. “… Quando le vene si invecchiano, - sostiene Leonardo da Vinci nel suo De Anatomia - esse si distruggono la loro rettitudine nelle loro ramificazioni, e si fan tanto più flessuose, over serpigginanti, e di più grossa scorza, quanto la vecchiezza è più abbondante d’anni...”. NON MANCA, anticipando i secoli, di osservare la particolarità dei vasi colpiti da aterosclerosi “… e tale tonica di vene fa dell’omo come nelli pomaranci, alli quali tanto più ingrossa la scorza e diminuisce la midolla, quanto più si fanno vecchi….”. Leonardo riesce a dare una spiegazione anche per la causa dell’improvvisa morte del suo conoscente: “…ecco la ragione per cui li vecchi, anche se son sani, muoino per caristia di notrimento, e questo accade perché è di continuo ristretto il transito delle vene miseraiche, infino alli capillari che sono le prime che interamente si richiudono…”. Una cosa è certa: la curiosità scientifica di Leonardo per capire il funzionamento del corpo umano favorì lo studio delle malattie, anche degli anziani, nei secoli a venire. Tuttavia, l’intensa attività anatomica gli procurò anche qualche seria preoccupazione. A Roma, mentre studiava e disegnava cadaveri nell’Ospedale di S. Spirito, dovette interrompere le sue ricerche perché un delatore, Giovanni Tedesco o degli Specchi lo accusò direttamente al papa Leone X, come profanatore di salme. Poiché Leonardo in quel periodo era al servizio di Giuliano dè Medici, fratello del papa, tutto fu messo a tacere.