Disegni geniali rivelano curiosità e intuizione

LUCA PAITA - Ingegnere aerospaziale presso Vitrociset Belgium (Germania)

LUCA PAITA - Ingegnere aerospaziale presso Vitrociset Belgium (Germania)

È lo stesso Giorgio Vasari che ne Le Vite, descrive con particolare attenzione l’abilità di Leonardo da Vinci, riferendosi a quella incredibile abilità e finezza nei disegni che nessuno mai eguagliò: «Ed ogni giorno faceva modegli e disegni (progetti) da poter scaricare con facilità monti, e foraragli per passare da un piano a un altro, e per vie di lieve e argani e di vite mostrava potersi alzare e tirar pesi grandi: e modi da votar porti, e trombe da cavare de’ luoghi bassi acque, che quel cervello mai restava di ghiribizzare». Progetti e prototipi che paiono destare l’attenzione non solo del Genio del Rinascimento (una vera passione-ossessione di cui Leonardo era, stando sempre alle fonti, assai generoso nella produzione) ma anche di tutti coloro che, dell’Arte, ne facevano una questione di attualità e modernità andando oltre i concetti di pittura e scultura. “A mio giudizio Leonardo è davvero l’immagine del genio, soprattutto di quello tecnico anche se, analizzando dal punto di vista ingegneristico i disegni delle macchine del volo, secondo i modelli a noi noti di elicottero o aeroplano, direi che nessuna macchina concepita e progettata dal Da Vinci potrebbe volare così come lui l’ha disegnata”. È la voce autorevole dell’ingegnere Luca Paita, Copernicus Product Assurance and Safety Engineer per Vitrociset Belgium. “A prescindere dallo spazio temporale che ci separa dal grande Genio, azzardo anche a sostenere che a Leonardo spetti il titolo di inventore del metodo ingegneristico”. Eclettico, vanitoso e spinto da un’immane curiosità “verso la natura”, Leonardo da Vinci parte dal volo degli uccelli per capire come “fare volare anche l’uomo”: li osserva, li studia, disegna ali da attaccare alle braccia per poi accorgersi che il peso del corpo umano avrebbe reso vano l’innalzarsi. Si sposta perciò ad esaminare gli uccelli più grossi, nei quali vede il dono di ali più maestose ma di pochi movimenti. “Da qui Leonardo parte con altri studi, assimilabili ai moderni alianti, progettando macchine volanti con grandi ali statiche”, continua l’ingegnere Paita”. Sempre assetato di invenzioni e sperimentazioni annotate in ogni spazio libero – si suppone che l’abilità del disegno sia derivata anche dalla formazione giovanile presso la bottega del maestro Verrocchio – trattando sempre dei fogli inerenti alle macchine volanti, verrebbe da citare un disegno che, più di altri, potrebbe anticipare le moderne tecniche aeronautiche che sfruttano le forze portanti: “Quanto disegnato da Leonardo mostra la capacità delle ali di fornire una spinta verso l’alto quando sono immerse in un flusso di aria contrario – spiega Luca Paita -, proprio come quello del phon”. Un’ala, in stoffa leggerissima, che prende la forma elicoidale se fatta ruotare con forte velocità, un prototipo di oltre 500 anni fa quanto mai attuale, visto che ricorda alcune eliche-giocattolo dei nostri giorni. Chissà, magari Leonardo aveva pensato anche a questo.