Martedì 16 Aprile 2024

Al Porto Canale di Cesenatico c’è la firma di un visionario

che teorizzava gli spazi armonici Con Davide Gnola, direttore del museo della marineria, sulle tracce di Leonardo Da Vinci al soldo dei Borgia per erigere un sistema difensivo in romagna

Copertina del Codice L

Copertina del Codice L

Sulle tracce di Leonardo. Vi si è posto Davide Gnola, direttore del Museo della Marineria di Cesenatico, il quale sta ultimando un libro sul passaggio di Leonardo a Cesenatico nel 1502, al soldo di Cesare Borgia, in qualità di ingegnere militare, attività che si collega a quella di architetto funzionale, sempre attento alla razionale organizzazione dello spazio. Direttore Gnola, qual è la cifra di Leonardo architetto, nell’ambito della sua straordinaria, eclettica, creatività? “Leonardo ha innanzitutto una visione funzionale dell’architettura, che si fonda sulla medesima attenzione al funzionamento della natura che troviamo in tutti i suoi studi: lo spazio dove abita l’uomo deve essere organizzato in modo razionale e armonico con le esigenze della comunità, e non a caso in lui l’architettura è strettamente connessa all’urbanistica. L’interesse verso edifici e particolari architettonici è visibile un po’ ovunque nella sua opera, ma in particolare la esercita a Milano, nei progetti per la città, in quelli per la villa di Charles d’Amboise, o per villa Melzi a Vaprio d’Adda. Anche in questo caso Leonardo declina in modo personale la cultura tecnica e artistica del suo tempo, che ricercava le proporzioni rifacendosi allo studio dei classici, e anche Leonardo non mancherà di interessarsi ed annotare edifici dell’antichità, ad esempio a Roma e a Tivoli. Un aspetto messo in luce negli ultimi studi – ad esempio. in occasione della mostra a Milano del 2010 curata da Pietro Marani, che si è occupato in particolare del Leonardo architetto – è la sua attenzione agli aspetti tecnici e pratici, “da cantiere”, sperimentando anche forme nnovative di rappresentazione, come l’uso simultaneo della pianta e dell’alzato”. Come si colloca il passaggio di Leonardo a Cesenatico? “Nel 1502, Cesare Borgia chiamò in Romagna nel suo ducato Leonardo il migliore ingegnere dell’epoca, esperto anche di costruzioni militari, il quale doveva verificare la sicurezza dei territori: le condizioni delle fortificazioni e delle vie di comunicazione. Leonardo era l’uomo ideale per organizzare e dirigere il sistema difensivo sparso sul territorio dell’ambizioso principe. Nel viaggio in Romagna, Leonardo, scriveva e disegnava sul taccuino L, composto di 94 fogli di cm 11×7, e oggi, si trova nella biblioteca dell’Istituto di Francia a Parigi. È un taccuino più piccolo di un moleskine, in cui Leonardo annotava in modo disordinato, appunti, date, disegni, impressioni di viaggi. Una riproduzione si trova alla biblioteca comunale di Cesenatico. L’atto ufficiale dell’incarico e il permesso di transitare nei territori del Valentino furono notificati al 18 agosto 1502. Il documento descrive le mansioni da svolgere: verificare e suggerire miglioramenti per la difesa del ducato. Il 6 settembre è a Cesenatico. Il porto canale trecentesco rischia di insabbiarsi all’imboccatura. Leonardo ne compie il rilievo e lo disegna anche a volo d’uccello in due disegni sul suo taccuino. Si tratta di disegni e rilievi promemoria per le future realizzazioni”. È vero che sul passaggio in Romagna di Leonardo si registrano reticenze dei biografi? “La vicenda di Leonardo in Romagna è in effetti poco conosciuta. I primi biografi non hanno parlato del soggiorno romagnolo per pregiudizio nei confronti di Cesare Borgia, emblema di un Rinascimento crudele e spregiudicato e anche gli storici locali glissano, come il cesenate Fantaguzzi che parla del Valentino ma non dice che Leonardo è con lui” Qual è l’atteggiamento di Leonardo di fronte al truce Valentino? “Premesso che le annotazioni leonardesche di carattere personale sono poche, di fronte a Borgia che ammazza le persone sotto i suoi occhi, Leonardo non dice nulla. E ai primi del 1503, quando la fortuna del Valentino comincia a declinare e muore il potentissimo padre di lui, papa Alessandro VI, Leonardo sparisce. Lo ritroveremo poco dopo a Firenze ove un documento attesta che va in banca a ritirare dei soldi. Non a depositarli. Illuminante: dalla sua avventura al soldo di Cesare Borgia in Romagna, l’ingegnere militare Leonardo non ha guadagnato granché”.