Giovedì 25 Aprile 2024

FEDE LA DIVINA HA DATO LEZIONI ANCHE DI VITA

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di Leo Turrini

Forse è venuto il momento di dire che di lei non ci mancheranno soltanto i tuffi in acqua, le bracciate vigorose, le meravigliose rimonte nell’ultima vasca, le vittorie, le medaglie infinite. No. A Federica Pellegrini siamo tutti debitori di qualcosa ben più importante. Le dobbiamo gratitudine per aver portato, per quasi vent’anni, nelle case degli italiani una idea nuova e moderna della personalità femminile. Attraversando fasi generazionali diverse, questa strepitosa campionessa ha offerto la dimostrazione di come una giovane donna possa rendersi testimone di una evoluzione del costume. E non sto parlando del costume da utilizzare in piscina.

In breve. Fede, in ogni sua espressione, ha picconato l’immagine tradizionale della donna che deve attenersi a codici di sobrietà, discrezione, se non addirittura adattandosi al ruolo di presenza coreografica. Anche nello sport, anche quando vince. Invece, senza mai rinunciare all’eleganza esistenziale, la regina dei 200 stile libero ha imposto il suo brand. Ha rifiutato, insomma, l’icona di Jessica Rabbit, l’amica del coniglio magico del film di Zemeckis: cioè Federica Pellegrini non è mai stata come gli altri avrebbero voluto che fosse. Non ha concesso a nessuno di “disegnarla”: è stata ed è quello che pretendeva e pretende di essere. Liberamente.

In una incessante manifestazione di indipendenza, la campionessa veneta ha scritto fino all’ultima pagina il suo romanzo. È stata protagonista attraverso il tempo, sopportando dolori e compiendo scelte di rado non facili. Sicuramente qualcosa avrà sbagliato anche lei, nella gestione di una carriera comunque irripetibile: ma è stata più forte di qualunque maldicenza, ha sconfitto tutti i pregiudizi, ha seguito la linea dell’acqua domandone le increspature.

Io la conosco poco, ma ho avuto il privilegio di essere testimone di tante sue prodigiose esibizioni in vasca. E confesso senza alcun pudore di avere avvertito una fitta di commozione in quella enorme struttura di Tokyo che ospitava le gare del nuoto. Rivederla in finale, ancora una volta, su 200 stile libero, mischiata a ragazze che avrebbero persino potuto essere figlie sue, ecco, non ha avuto prezzo. Perché ti rendevi conto che Fede ti stava regalando, mentre la donava a se stessa, la perla che in meno di due minuti custodiva le gemme di una vita coraggiosamente spesa bene.

Il resto, ormai, è dettaglio statistico. Ci ritroveremo più poveri, intendo sul fronte delle medaglie. Avvertiremo la mancanza di quegli spettacoli che con la sua feroce esuberanza agonistica Fede sapeva offrire, tra Olimpiadi, mondiali ed europei. Ma qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine inevitabilmente scure di una biografia lunghissima. Rimane la lezione identitaria. Che, insisto, vale più delle numerosissime presenze sul podio.

Federica ci ha insegnato la grandezza delle donne, una volta e per sempre.