Mercoledì 24 Aprile 2024

Etna: i tesori tra le rocce

Nonostante i terreni siano solcati dalle colate della lava 
ogni suo frutto è sempre di qualità superlativa e inimitabile

Mele di Nicolosi

Mele di Nicolosi

A Catania il dialogo con l’Etna è quotidiano e da lì si traversano terre fertili famose nelle cronache delle eruzioni. Gli orti, i frutteti e i vigneti dell’entroterra sono tutti solcati dalle colate della lava. Arte e natura sbalordiscono per la floridezza e dominano il paesaggio: dai frassini e faggi di Maletto al barocco di Zafferana Etnea e Bronte il passo è breve. Anche il sottobosco è particolarmente fruttuoso: lo sanno bene i cercatori di funghi a Nicolosi e dintorni. Mentre a Bronte il pistacchio potrebbe a buon titolo ricoprire la carica di emblema della città e dell’intera isola. La sua longevità e resistenza, la sua forza di voler sopravvivere a tutte le avversità, addirittura a fruttificare malgrado sia abbarbicato su aride rocce laviche è dichiarazione di una terra che va fiera delle impronte delle civiltà che l’hanno vissuta.

I tesori tra le rocce
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    FRAGOLA DI MALETTO
    Sono conosciute come terre morte, ma hanno fama di essere particolarmente fertili. Sono alcuni terreni di origine vulcanica che fanno parte del Comune di Maletto dove la scoperta di acque sotterranee ha contribuito a diffondere la coltivazione di fragole Madame Moutot, una varietà selezionata in Francia a inizio Novecento. Il particolare microclima, ad un’altitudine di 1000 metri tra l’Etna e la valle del fiume Simeto, conferisce al frutto un sapore deciso e una particolare succosità. La forma a cuore dona alla Madame Moutot anche un valore simbolico. Matura solo tra maggio e giugno (da segnare il calendario le date della Sagra, dal 15 al 17 giugno) e va a ruba in pasticceria. Per dare continuità al mercato i produttori hanno impiantato altre varietà, come la fragolina di bosco e la Rifiorente, che si raccoglie da aprile a ottobre. Tanto che Maletto si merita appellativo di paese delle fragole sagradellafragolamaletto.it
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    MIELE DI ZAFFERANA ETNEA
    Si scrive Zafferana Etnea ma si legge miele. La tradizione alle pendici dell’Etna si perde nella notte dei tempi, quando questo centro sull’antica via consolare che congiungeva Taormina a Catania veniva considerato luogo di approvvigionamento di calorie da parte degli eserciti romani. Pare che sia la terra lavica a garantire sfumature organolettiche del tutto originali, come la cremosità. Tra i mieli più pregiati c’è sicuramente quello di eucalipto, le cui proprietà medicamentose all’apparato respiratorio sono ben note, e quello di sulla, un miele dal colore bianco avorio, dal sapore assai delicato, quasi neutro. Quando non è tempo di fioriture, gli apicoltori raccolgono la melata. Quella alle falde dell’Etna è la più ricca di sali minerali  filippoleonardiapicoltore.it
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    FILLETTA DI BRONTE 
    La filletta è un dolce che nasce a Bronte e di cui è difficile stabilire una data di nascita. Certa è invece la sua forma, perfettamente rotonda, simile a un piccolo zuccotto. La formula per ottenerla, tramandata di generazione in generazione, è l’esaltazione della fantasia nell’elaborare prodotti semplici: farina, zucchero e uova. E se si vuole, con una spolverata di granella di pistacchio. La filletta è un soffice bocconcino di 10 o 15 centimetri di diametro che viene cotta in una padella di rame unta di burro. La filletta (che al plurale diventa inaspettatamente maschile, i filletti) è venduta nei bar di Bronte, avvolta in un particolare foglio di plastica trasparente per conservarne a lungo l’aroma e la sofficità. I brontesi la utilizzano il mattino per immergere nel latte o il pomeriggio per spalmarci del gelato. Ovvio: al gusto di pistacchio. Una prelibatezza da non perdere bronteinsieme.it
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    OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA MONTE ETNA DOP
    Esiste una cintura verde intorno alla bocca del vulcano. Gli ulivi di varietà Nocellara Etnea hanno infatti trovato nel terreno di rocce eruttive e sabbia di 19 Comuni intorno all’Etna un habitat ideale e il clima mediterraneo montano, a una altitudine compresa tra 200 e 1000 metri, conferisce al prodotto finale caratteristiche uniche ed irripetibili. Le olive vengono raccolte con un apposito pettine che scuote i rami e si tengono separate da quelle cadute in terra. La molitura deve avvenire entro 48 ore. Solo così all’olfatto l’olio ricorda la buccia di pomodoro e il carciofo mentre al palato risulta intenso e fruttato, in equilibrio tra amaro e piccante. L’olio extravergine di oliva Monte Etna DOP, ottenuto con almeno il 65% di olive Nocellara Etnea, è compagno di arrosti di pesce, verdure crude e minestre di legumi dopmonteetna.it
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    MELE DI NICOLOSI
    Le Gialle del Canada, le Verdi dell’Australia, le Rosse dell’Imperatore hanno spodestato dai banchi della spesa le centinaia di varietà di mele che si coltivavano un tempo nel nostro Paese. Di queste, almeno 15 si coltivano ancora sulle pendici del vulcano anche grazie all’intervento del Parco dell’Etna. L’Ente ha raccolto gli alberi di mele in estinzione accanto al ruderi del convento benedettino di San Nicolò l’Arena dove i monaci coltivavano viti e alberi da frutto, soprattutto mele. Qui pregarono e lavorarono dall’agosto 1143 al marzo 1536, quando il vulcano eruttò. Da allora molta altra lava è scesa e tra una sciara e l’altra gli alberi delle mele sono ricresciuti. Può succedere così di imbattersi nell’Azzeruola, anche detta melina dell’Etna, nella Mela del vescovo perché veniva piantata sulla proprietà vescovile, nell’Abbondanza, dove confluiscono opulenza di forma e di dolcezza  parcoetna.it

UN CONSIGLIO: PER MANGIARE LA CARNE MIGLIORE SCENDETE A MARE E A MARINA DI PISTICCI TROVERETE LA MACELLERIA D’ALESSANDRO